19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Ieri sera a Milano

Fallita aggressione a Belpietro. Il Direttore: ero l'obiettivo

Uomo armato nel palazzo del direttore di «Libero», la scorta spara e lui fugge riuscendo a dileguarsi nella notte. Maroni: «Episodio gravissimo»

MILANO - Un uomo armato, nascosto per le scale dell'edificio in cui si trova l'appartamento di Maurizio Belpietro, in pieno centro a Milano, avrebbe voluto aggredire il direttore di Libero. E' stato fermato in tempo dalla scorta: sono partiti tre colpi d'arma da fuoco e l'aggressore si è data alla fuga. «Attentato a Belpietro», titola oggi il suo giornale, ricostruendo all'interno il «misterioso episodio» avvenuto nella notte. «Bisogna riaprire il giornale, hanno sparato fuori da casa mia, non ho capito cosa sia successo, ci sentiamo tra poco», ha detto il direttore ai suoi giornalisti, subito dopo l'incidente.

BEL PIETRO - «Quell'uomo, camuffato con una pettorina della guardia di finanza, era appostato tre gradini sotto il mio pianerottolo, l'arma spianata. Quando s'è trovato di fronte l'agente della mia scorta, senza pronunciare una parola, non ha esitato a sparargli. Fortuna ha voluto che il grilletto s'inceppasse». E' questa la ricostruzione che il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, fa a Repubblica, subito dopo il tentativo di aggressione sventato ieri sera dalla sua scorta.
«Non credo proprio» che l'uomo «fosse lì per offrirmi un mazzo di fiori né credo che fosse un ladro», dice Belpietro. Sì, penso proprio di essere io l'obiettivo». Il direttore preferisce non fare altre ipotesi ma aggiunge che sarebbe stato «facilmente esposto alla sua aggressione: non chiudo mai la porta a chiave, ma solo con lo scatto della serratura. E se avesse suonato, vedendo dallo spioncino la casacca della guardia di finanza, avrei aperto senza nulla sospettare. Avrebbe potuto spararmi e uccidermi con tutta facilità. Ma sono stato salvato da una pura casualità». L'uomo della scorta infatti in genere prende l'ascensore; ieri sera invece «non so per quale ragione ha deciso di scendere per le scale a piedi. Ecco, è solo per questo suo casuale cambio di comportamento che s'è imbattuto in quell'uomo che si trovava tre gradini sotto il mio pianerottolo, nascosto, la pistola in pugno», conclude Belpietro.

INDAGINI - Sono al lavoro gli investigatori della Digos della Questura di Milano per ricostruire l'esatta dinamica e l'identità dell'uomo che è stato sorpreso armato, intorno alle 22.45 di ieri, all'interno del palazzo di via Monte di Pietà 19, nel pieno centro di Milano, dove abita Maurizio Belpietro, il direttore di Libero. Gli investigatori hanno già acquisito i filmati ripresi dalle telecamere della zona.
Secondo quanto riferisce la Questura, l'uomo, presumibilmente un 40enne che indossava un pantalone bianco di una tuta da ginnastica e una camicia grigioverde, è stato incrociato sulla rampa tra il quinto e il quarto piano delle scale dal caposcorta di Belpietro che stava scendendo dopo aver accompagnato a casa il direttore. Alla vista dell'agente, che era in borghese, l'uomo ha estratto la pistola e avrebbe provato a sparare ma l'arma avrebbe fatto solo «clic» come se si fosse inceppata. Il caposcorta ha quindi reagito e, al riparo di una colonna, ha esploso due colpi in sequenza e poi un terzo con l'arma d'ordinanza, senza però colpire l'uomo che è fuggito forse da un cortile interno.
La Digos deve innanzitutto chiarire se l'uomo fosse nel palazzo per colpire Belpietro o magari per rubare o rapinare un condomino. In questo senso al momento nessuno in Questura si sbilancia.

MARONI: «EPISODIO GRAVISSIMO» - Quello che è accaduto al direttore di Libero, Maurizio Belpietro è «un ultimo gravissimo episodio che ha rischiato di produrre una vittima, ma ci sono stati altri episodi nei giorni precedenti e stiamo prestando la massima attenzione perchè non succedano cose che abbiamo già visto anni fa e che non vogliamo che si ripetano». Così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a margine della festa dei vigili del fuoco a Roma. «Ho chiamato Belpietro per esprimergli la mia più totale solidarietà. Sono episodi brutti - ha continuato - che dovrebbero essere evitati. Purtroppo sono anche suscitati da certe affermazioni e da certi attacchi personali e non devono avere spazio nel dibattito e nel confronto democratico».
Per Maroni «il rispetto delle opinioni altrui è un principio fondamentale che troppo spesso viene dimenticato da chi pensa che per la lotta politica sia utilizzabile la violenza. Quella dell'ordine pubblica - ha concluso - è una situazione che stiamo attentamente monitorando».

ALFANO: SOLIDARIETÀ - «Lunga e cordiale» telefonata questa mattina tra il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. Il guardasigilli ha espresso «affettuosa solidarietà al direttore Belpietro, auspicando che al più presto si possa fare luce sull'accaduto».
«Si tratta di un fatto gravissimo - afferma Alfano - che trova la sua origine in un clima teso, dai toni arroventati, non consono a logiche democratiche, che può portare a gesti inconsulti da parte di squilibrati o a gravi atti che rispondono solo a un insano sistema di violenza e di prevaricazione. Spetterà agli investigatori accertare con la massima urgenza la natura dei fatti, perché sia tutelato il diritto alla libera informazione e alla manifestazione pubblica di tutte le opinioni».

FINI - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, esprime in una nota «solidarietà, non solo istituzionale, a Maurizio Belpietro, perché nulla può consentire non certo di giustificare ma nemmeno di minimizzare o ignorare un episodio gravissimo e inquietante quale quello che lo ha coinvolto».