29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Mazara del Vallo

Giallo sul peschereccio attaccato dai libici

Il Comandante Gaspare Marrone: «Era un'unità nuova, forse di quelle donate da Italia»

MAZARA - E' finita bene la brutta avventura del peschereccio mazarese Ariete, attaccato a colpi di mitragliatrice da una motovedetta libica, mentre navigava nelle acque internazionali del Canale di Sicilia. Un episodio che però lascia spazio a diversi dubbi. Innanzitutto quello che a sparare possa essere stato una delle imbarcazioni donate dall'Italia alla Libia per il servizio di respingimento. «Era una motovedetta nuova - ha dichiarato il comandante Gaspare Marrone -, ed è verosimile che possa essere una di quelle donate dal nostro Paese. Inoltre - ha aggiunto - sul quella barca non erano istallate armi pesanti, ma una mitragliatrice Mg, con cui ci hanno sparato».

ALTRO DUBBIO - L'altro dubbio sollevato dal comandante riguarda chi possa avere intimato l'alt al motopeschereccio. «Ci hanno intercettato verso le 18, e ci hanno seguiti per un paio d'ore - ha spiegato il comandante mazarese -. Poi qualcuno, che parlava l'italiano meglio di me, e non aveva nessuna inflessione straniera, ci ha urlato 'fermatevi, o questi vi sparano'. Che motivo aveva di dire 'questi'? Piuttosto avrebbe detto 'fermatevi o vi spariamo'. E' davvero una cosa molto strana». Dopo l'attacco, che ha causato la perforazione della «zona morta» dello scafo e del gommone usato come tender, l'Ariete è tornato al porto di Lampedusa. «Per fortuna nessuno si è fatto male, e l'equipaggio sta bene - ha spiegato Gaspare Marrone, che in passato si è distinto più volte per aver salvato decine di migranti intercettati nel Canale di Sicilia -. Adesso riprenderemo il mare, e dopo altri cinque giorni di pesca - ha concluso - faremo ritorno a Mazara del Vallo».