27 aprile 2024
Aggiornato 00:30
La crisi nel centrodestra

Maroni: se salta tutto elezioni in 2 giorni

Il Ministro dell'Interno: «Non temiamo il voto perché la Lega ne prenderebbe molti di più»

NOVARA - «Ora il cielo si è un po' schiarito, ma io sono sempre molto prudente. Si vedrà se sarà così o no, noi comunque non temiamo il voto, perché se si andasse alle urne adesso la Lega ne prenderebbe ancora di più». Così il ministro degli interni Roberto Maroni, ieri sera dal palco della Festa della Lega Nord a Cameri (Novara), ha parlato dell'attuale situazione del governo. Sullo stesso palco, la sera prima, c'era stato il leader del suo partito, Umberto Bossi, che aveva rassicurato: «Il governo terrà, perché Fini darà i voti».

OTTIMISMO - «C'è voluto tutto l'impegno di Bossi per aggiustare la situazione» ha tratto le somme ieri Maroni. E ha subito precisato: «Se dovesse saltare tutto comunque, le elezioni le organizziamo in due giorni». «Si fa subito tutto - ha ribadito ipotizzando un ritorno alle urne a breve - perché le regole della democrazia chiedono che se la maggioranza non può più stare insieme è il popolo che deve ri-decidere subito. Il resto sono giochi di palazzo. Ormai è chiaro: o si continua con questa maggioranza o si va a votare». Anche prima della prossima primavera perché, «a chi dice che non si può votare d'inverno», ha spiegato il ministro, «io dico che il riscaldamento lo abbiamo già inventato».
In ogni caso, ha detto rasserenato Maroni prima di salutare la piazza di Cameri, «sono ottimista e fiducioso». Anche perché, ha scherzato il ministro, «quando oggi ho letto che Bersani prevede che il governo non durerà tutta la legislatura, mi sono detto beh, allora possiamo stare tranquilli, non ha mai azzeccato una previsione».

FRECCIATA AL PDL - Non è mancata neanche da Maroni, sulla scia di Bossi che aveva detto la stessa cosa il giorno precedente, la frecciata sulle divisioni interne del partito di Berlusconi. «L'unicità della Lega - ha ribadito tra gli applausi dei militanti - è che noi sappiamo fare squadra, noi siamo solidissimi, nel Pdl invece...». Ha fatto bene dunque Bossi a intervenire, «perché vedeva strani movimenti in giro, per questo si è deciso a intervenire in casa d'altri»: quel che si sta sbagliando invece è «colpire la sfera privata di una persona, a sbatterlo in prima pagina». Si va avanti dunque, ma con una regola sicura, «la più semplice, quella della democrazia». «E che è che il popolo ti da i voti - ha riassunto il ministro - questo vuol dire che vuol essere governato da te. Se maggioranza è forte andiamo avanti, ma se cede si va al voto subito, se no è un danno per tutti».