28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
3 morti a Genova

Titolare canile uccide guardie zoofile, poi si toglie la vita

Duplice omicidio e suicidio a Sussisa, riviera di Levante. Il killer segnalato per maltrattamenti sugli animali

GENOVA - Tre persone sono morte in una sparatoria ed una è rimasta ferita questa mattina a Sussisa, nel levante genovese. A fare fuoco, uccidendo due guardie provinciali, ferendo la moglie e poi togliendosi la vita è stato un uomo di 65 anni, Renzo Castagnola. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe sparato per impedire che le due guardie provinciali gli sequestrassero alcuni cani da caccia, dopo varie accuse di maltrattamenti a suo danno.

LA RICOSTRUZIONE - Le guardie provinciali - Elvio Fichera e Paola Quartino - si erano presentate presso l'abitazione dell'uomo con un decreto (firmato dal pm Piercarlo di Gennaro) di sequestro dei suoi cani da caccia in seguito a segnalazioni di maltrattamenti. Dopo aver ascoltato la lettura del decreto e delle contestazioni, al momento di firmare, Castagnola ha detto: «Vado a prendere una penna». È invece tornato armato e ha iniziato a sparare all'impazzata. La moglie, che si trovava sulla traiettoria è rimasta ferita. Sul luogo erano presenti anche vigili urbani e carabinieri che sono riusciti a mettersi in Castagnola aveva un porto d'armi per armi da caccia e, secondo le prime informazioni, faceva parte di una squadra per le battute di caccia al cinghiale.

LAV: GIORNO TRISTISSIMO PER IL VOLONTARIATO - «E’ un giorno tristissimo per tutto il mondo animalista e per la legalità in genere. Siamo vicini ai familiari delle due colleghi uccisi. Questo grave episodio è la tragica dimostrazione di come le guardie zoofile e venatorie volontarie svolgano un’attività, oltre che socialmente utile, estremamente pericolosa».
E’ l’amaro commento di Ciro Troiano, responsabile nazionale delle Guardie Zoofile della LAV, alla notizia della tragedia accaduta stamani in provincia di Genova, dove un cacciatore ha ucciso due Guardie Volontarie.
«Sono frequenti le intimidazioni, le ritorsioni e le aggressioni che questi volontari subiscono – prosegue Troiano – Fatti che passano inosservati e spesso sottovalutati anche dagli inquirenti. Spesso si dimentica, infatti, che le guardie volontarie svolgono un’attività di polizia a tutti gli effetti e per questo, come qualsiasi attività di polizia, rischiosa. Se si considera poi che il maltrattamento agli animali e la violenza contro le persone hanno un forte connubio, come diversi studi spiegano, allora si comprende ancora più facilmente come l’opera dei volontari sia particolarmente rischiosa».