19 maggio 2024
Aggiornato 03:30
Guru arrestato

La mamma della ragazza abusata: non ho mai dubitato di lui

«Qunado mio marito morì era diventato un punto di riferimento, mi sento in colpa per non avere capito»

ROMA - «Quando mia figlia me l'ha raccontato, l'ho abbracciata. Il primo pensiero era proteggere lei». Sono queste le prime parole di una delle madri che ha denunciato il «santone» del centro romano Re Maya per gli abusi subiti dalla propria bambina. «Mi fidavo di quell'uomo perchè molti anni fa conobbe mio marito e lo aiutò a risolvere un problema di tossicodipendenza. Quando mio marito morì, Speranza è diventato un punto di riferimento per noi, come aveva promesso sul letto di morte a mio marito» ha aggiunto la donna, intervenendo in collegamento telefonico dal centro antiviolenza della provincia di Roma gestito da Differenza Donna , nel corso di Domenica In -L'Arena su Raiuno.

«MI SENTO IN COLPA» - «Non ho mai dubitato di lui. Ora mia figlia sta abbastanza bene, ma è un momento difficile anche per me. Mi sento assolutamente in colpa per non aver capito. Oggi, delle circa 300 persone che frequentavano il centro - dice ancora - e che conoscevano me e mia figlia, nessun messaggio di solidarietà. Non mi hanno fatto nemmeno una telefonata. Sono tutti completamente spariti».
«Ho dato a quest'uomo 50/60mila euro - racconta poi un donna che ha fatto parte dell'associazione Re Maya e che ora si è costituita parte civile nel processo contro Speranza - Sono una delle persone che ha versato di meno. C'è gente che ha venduto la casa». «Ho trovato il coraggio di denunciare dopo aver saputo delle due bambine violentate. Mi si è aperto un mondo. Quando si entra in questi posti non si entra in una setta - ha aggiunto - io sono entrata per praticare yoga e filosofia ma poi si fa leva sul desiderio di fare del bene che provano le persone e si rimane invischiati. Quando vedevo in televisione casi simili - ha concluso - mi domandavo come si poteva cadere in questa trappola. Ma quando ero lì non mi rendevo conto che è una ragnatela dove vedi solo il ragno».