Berlusconi e la telefonata ai Carabinieri su Santoro
Corsera: «Il Premier chiamò il Comandante Generale dell'Arma dopo una puntata di Annozero»
ROMA - Una telefonata del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al comandante generale dell'arma dei carabinieri, il generale di Corpo d'Armata Leonardo Gallitelli. Con argomento la trasmissione Annozero di Michele Santoro. Il premier, riporta oggi il Corriere della Sera, avrebbe voluto che il generale firmasse un esposto contro il conduttore per le parole anticarabinieri pronunciate durante una puntata del talk show.
Ma di quella telefonata, collocata temporalmente tra fine ottobre e metà novembre del 2009, riporta il quotidiano di via Solferino, non c'è traccia da nessuna parte. Non è agli atti semplicemente perché né Berlusconi (indagato per concussione e minaccia) né il generale sono intercettati. Per il generale non ce ne sarebbe motivo, per il capo del governo, sebbene sotto inchiesta, non è possibile procedere alle intercettazioni se non c'è un'autorizzazione formale della Camera (mai chiesta).
La telefona a Innocenzi - Ma era intercettato Giancarlo Innocenzi, il commissario dell'Agcom che nell'inchiesta di Trani è indagato per favoreggiamento. Il Cavaliere lo chiamò - riporta ancora il Corsera - spiegandogli di aver parlato con Gallitelli per la storia dell'esposto. E il giorno dopo Gallitelli chiamò Innocenzi, anche perché è difficile - si legge ancora sul Corsera - se sei un generale dei carabinieri, non fare la cortesia di una chiamata chiesta dal presidente del Consiglio. La chiamata c'è. Quello che non c'è è l'esposto di Gallitelli che, stando ai fatti, non esaudì il desiderio del presidente.
«Un piano per uccidermi» - Il Giornale e Libero aprono oggi con la notizia di un piano che sarebbe stato ordito per uccidere Silvio Berlusconi. A denunciarlo, in una intercettazione telefonica riportata dai due quotidiani vicini al centro-destra, è lo stesso Presidente del Consiglio. Al telefono con il membro dell'Agcom Giancarlo Innocenzi, il premier parla del piano che doveva essere realizzato accostando una macchina alla sua nel percorso tra Palazzo Chigi e la sua residenza.