2 maggio 2024
Aggiornato 02:30
Cronaca. Milano

Delitto Schubert, il gallerista ucciso per 70 mila euro

Il ricavato della vendita di due quadri di Gudmundur Erro. Trovati i 2 coltelli con cui Chigorno ha tagliato il cadavere

MILANO - Settantamila euro, il ricavato della vendita di due quadri di Gudmundur Erro: questa la cifra intorno alla quale ieri sera è nata la discussione tra Matteo Chigorno e Giovanni Schubert, sfociata in aggressione e conclusasi con l'omicidio e lo scempio del cadavere del 76enne gallerista. I due si sono ritrovati poco dopo le 19 nell'abitazione di Chigorno in via Donna Prassede per discutere di quanto incassato dalla compravendita delle due tele del pittore islandese contemporaneo. Probabilmente, il collaboratore del gallerista pretendeva una quantità maggiore di denaro di quanto Schubert volesse concedergli e i toni della discussione si sono progressivamente accesi fino a quando, intorno alle 20.30, il 36enne esperto d'arte ha aggredito l'anziano.

Nella collutazione, a mani nude, Chigorno ha ripetutamente sbattuto la testa di Schubert sul pavimento e poi ha infierito su di lui con un pezzo di stendipanni di ferro. Un'aggressione iniziata nell'appartamento dove il 36enne viveva da solo, che non si esclude possa essere continuata anche nel box sottostante al palazzo. Di certo Chigorno ha a lungo cercato di pulire le macchie di sangue sul pavimento e sui suoi vestiti, ma con scarsi risultati dato che ieri mattina intorno alle 10.30 gli agenti della Omicidi ne hanno rinvenute in casa e su un paio di pantaloni.

A tarda serata, mentre Chigorno era ancora sotto interrogatorio in Questura con il sostituto procuratore Stefania Carlucci, la polizia ha trovato in un altro box di via Lomellina a disposizione sia di Chigorno che Schubert, il pezzo di stendipanni e due coltelli sporchi di sangue con il quale l'assassino reo confesso aveva sezionato il cadavere, prima di disfarsene gettandolo chiuso in diversi sacchetti in un piccolo canale che scorre, parallelo al Naviglio Pavese, all'inizio di via Gattinara. Un punto che dista meno di quattro km e cinque minuti d'auto dall'abitazione di Chigorno, nei pressi della quale, in un cestino della spazzatura, gli agenti hanno ritrovato anche il cellulare della vittima sporco di sangue.

Poco più di 24 ore dopo aver ucciso, Matteo Chigorno ha lasciato gli uffici della Questura in manette, destinazione San Vittore.