3 maggio 2024
Aggiornato 23:30
La relazione 2009 al Parlamento

L'allarme dei Servizi: rischio per uomini delle Istituzioni

O a personaggi noti colpevoli di «dissacrare» l'Islam. Allerta anche per i soldati in Afghanistan

ROMA - Personaggi noti o istituzionali potrebbero essere nel mirino di attivisti islamici autonomi legati a gruppi jihadisti. Lo rilevano i servizi di intelligence italiani, sottolineando il rischio che gruppi di attivisti autonomi, definiti free lance, organizzino azioni «violente che potrebbero prendere in considerazione anche personalità istituzionali o personaggi noti, ritenuti colpevoli di 'comportamenti dissacratori' nei confronti dell'Islam».

Il rischio legato alla improvvisa attivazione di jihadisti free lance «si avvia a rappresentare - scrivono i servizi nella Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza - una delle costanti più insidiose e caratteristiche della minaccia, risultato diretto e voluto della trasformazione di Al Qaida in un ibrido ideologico-operativo».

L'allarme in Afghanistan. Nel testo si paventano rischi anche in Afghanistan, nel settore occidentale sotto il controllo dei militari italiani. In quest'area - si legge nella relazione - gli 'insorti' potrebbero «tendere ad accentuare la propria aggressività con articolate tattiche che prevedono l'uso intensivo di Ied (ordigni esplosivi improvvisati, ndr), il ricorso ad attentatori suicidi e l'impiego di cellule connotate da notevole mobilità».

Minaccia brigatista e anarco-insurrezionalista. Quanto al terrorismo interno, la relazione parla di minaccia «persistente» di matrice brigatista e anarco-insurrezionalista. Il pericolo riguarda «germinazioni o contaminazioni che, quant'anche di ridotta consistenza numerica, potrebbero risultare di rinnovata e grave offensiva». Per questo il Governo ha segnalato la minaccia collegata all'estremismo interno tra gli obiettivi prioritari dell'attività informativa.