20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Documento «Per un paese solidale»

Una sconfitta se il Federalismo allontana il Sud dal paese

Il Documento della CEI sul Mezzogiorno: «La riforma non basta per colmare il divario dei redditi»

ROMA - «La prospettiva di riarticolare l'assetto del Paese in senso federale costituirebbe una sconfitta per tutti, se il federalismo accentuasse la distanza tra le diverse parti d'Italia»: è l'ammonimento della Conferenza episcopale italiana.

Nel documento «Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno», preparato nei mesi scorsi e diffuso oggi, i vescovi italiani sottolineano che un «sano federalismo» rappresenterebbe «una sfida per il Mezzogiorno» e «potrebbe risolversi a suo vantaggio, se riuscisse a stimolare una spinta virtuosa nel bonificare il sistema dei rapporti sociali», ma «la corretta applicazione del federalismo fiscale non sarà sufficiente a porre rimedio al divario nel livello dei redditi, nell'occupazione, nelle dotazioni produttive, infrastrutturali e civili». In questo senso, «sarà necessario un sistema integrato di investimenti pubblici e privati, con un'attenzione verso le infrastrutture, la lotta alla criminalità e l'integrazione sociale». In generale, per la Cei, «l'impegno dello Stato deve rimanere intatto nei confronti dei diritti fondamentali delle persone, perequando le risorse, per evitare che si creino di fatto diritti di cittadinanza differenziati a seconda dell'appartenenza regionale».

Per i vescovi italiani, «un federalismo, solidale, realistico e unitario, rafforzerebbe l'unità del Paese, rinnovando il modo di concorrervi da parte delle diverse realtà regionali, nella consapevolezza dell'interdipendenza crescente in un mondo globalizzato».