28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
L'obbiettivo del Presidente del Tribunale

La «sfida» di Pomodoro: a Milano processi in un anno

«Già oggi durano 2 anni». Con informatizzazione si abbattono tempi

MILANO - Ridurre «al massimo ad un anno» la durata dei procedimenti, sia penali che civili. E' la «sfida» che si è data la presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, che oggi ne ha parlato davanti alla commissione Giustizia della Camera impegnata nell'indagine avviata nell'ambito dell'esame del ddl sul 'processo breve'. «Già ora mediamente i processi a Milano si concludono entro due anni, due anni e mezzo», ha detto al termine della sua audizione, riferendo che, ad esempio nel campo del civile, nel capoluogo lombardo ci sono «6.900 procedimenti pendenti» a fronte dei «79 mila di Napoli».

L'abbattimento ulteriore dei tempi, ha spiegato, è legato al successo di molti progetti già in campo, soprattutto quelli di informatizzazione degli uffici: come i decreti ingiuntivi e le notifiche telematiche che sono una realtà «per i 6.500 avvocati che usano questo strumento», e che peraltro generano risparmi di milioni di euro.

Nessun riferimento diretto ai provvedimenti all'esame del Parlamento, dal legittimo impedimento al 'processo breve'. «Il principio del processo breve - si è limitata a rispondere ai giornalisti Pomodoro - è un'esigenza giustizia per i cittadini che riguarda tutta l'Italia».

Pomodoro ha spiegato che negli ultimi anni a Milano c'è stato «un aumento della produttività e una riduzione dell'arretrato notevole», anche se «questo non significa certo che abbiamo risolto i problemi», ha tenuto a precisare. «Stiamo facendo un grande sforzo di riorganizzazione, abbiamo messo in campo iniziative, speriamo diano frutti». Sforzo che rende necessario disporre di risorse, anche «straordinarie», per affrontare i problemi e cercare di risolverli, assieme all'esigenza di poter contare su «personale di qualità» e di una «continua assistenza informatica».

A Milano entro l'anno, ha riferito ancora la presidente del Tribunale, sarà completamente operativo il processo civile telematico e un altro tassello importante riguarda la digitalizzazione degli atti penali. «Pensiamo di essere pronti ad affrontare una sfida mondiale, visto che in questo periodo si è parlato molto di Gabon...», ha rivendicato ancora Pomodoro. Rilanciando anche l'idea di un network tra Tribunali per scambiarsi esperienze positive, «best practies», e cercare così di «trovare soluzioni» alle inefficienze. «La giustizia deve essere uguale per tutti, da Nord a Sud - ha sottolineato -. Non vogliamo essere un'oasi nel deserto, perchè questo non è nell'interesse dei cittadini e della giustizia».