Truffe alla motorizzazione civile: 100 indagati, 15 arresti
Le auto elaborate venivano omologate da dipendenti collusi
NAPOLI - Auto sportive elaborate ma regolarmente omologate dagli uffici della Motorizzazione civile di Napoli, grazie a dipendenti collusi, senza che le forze dell'ordine, all'atto dei controlli su strada, potessero contestare nulla ai proprietari. La scoperta è stata fatta dai carabinieri di Napoli e Piacenza che, su disposizione della Procura di Napoli, hanno arrestato 15 persone, in maggioranza campani, ed emesso tre divieti di dimora nel territorio partenopeo. Nell'inchiesta sul fenomeno cosiddetto del tuning (ovvero la pratica di modificare a piacimento la propria auto), risultano coinvolte oltre 100 persone; circa novecento i reati contestati. Le accuse vanno dall'associazione a delinquere, falso in atto pubblico, truffa e altro.
La Motorizzazione civile di Napoli era diventata il centro italiano per ottenere il via libera alle modifiche alle auto sportive. Per poche centinaia di euro, i clienti, soprattutto di Veneto ed Emilia Romagna, potevano far recapitare le carte di circolazione ad alcune agenzie napoletane, tramite una fitta rete di intermediari, in particolare titolari di agenzie di pratiche auto, che a loro volta le consegnavano agli uffici della Motorizzazione dove funzionari collusi applicavano nel sistema informatico, legalizzandole, le modifiche richieste. Le carte di circolazione venivano poi restituite tramite la stessa rete di intermediari ai clienti, che pagavano in contrassegno al ricevimento dei documenti. E così, anche le auto più bizzarre potevano liberamente circolare per strada.
«Cari utenti, noi operiamo al limite della legalità. Approfittiamo solo di qualche amicizia». Era questo uno dei messaggi che circolava fra gli appassionati di tuning, soprattutto in siti internet in cui era la pubblicizzata la possibilità di ottenere le omologazioni. I soldi ricavati dall'associazione erano divisi tra i vari componenti l'illecita catena di montaggio.