24 marzo 2025
Aggiornato 07:30
Vasta operazione del Noe

Traffico illecito di rifiuti: 17 arresti in Toscana

Nell'indagine anche l'esplosione a Scarlino che provocò un morto

GROSSETO - Vasta operazione contro il traffico illecito di rifiuti anche pericolosi, smantellata dal Noe, con sede in Toscana, a Grosseto, con diramazioni in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trentino - Alto Adige, Emilia Romagna, Marche, Campania, Lazio, Abruzzo e Sardegna: 17 gli arresti, 6 in carcere e 9 agli arresti domiciliari, tra legali rappresentanti, presidenti di c.d.a., direttori generali, responsabili tecnici, soci, responsabili di laboratorio, chimici e dipendenti delle società coinvolte.

Complessivamente - spiega il comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente in una nota - nell'ambito dell'operazione «golden rubbish» sono state denunciate all'autorità giudiziaria 61 persone, responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere, omicidio colposo, lesioni personali colpose, incendio, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione non autorizzata di rifiuti, falsità in registri e notificazioni e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. L'indagine, originata da uno stralcio della Procura della Repubblica di Napoli concernente la movimentazione dei rifiuti prodotti dalla bonifica del sito contaminato di Bagnoli, si è sviluppata in Toscana, individuata quale destinazione finale dei rifiuti.

Il fulcro era una società di intermediazione maremmana, proprietaria anche dell'impianto di trattamento a Scarlino, dove venivano gestiti illecitamente anche rifiuti pericolosi ma privi di alcuna analisi preventiva o caratterizzazione, riportanti codici per rifiuti non pericolosi. Il traffico di rifiuti accertato negli ultimi anni è stato stimato in circa un milione di tonnellate, con un lucro di svariati milioni di euro ed un consistente danno all'Erario, per l'evasione dell'ecotassa, oltre, naturalmente, ai gravi danni provocati all'ambiente.

Nell'ambito dell'indagine figura anche l'accusa di omicidio colposo: nell'impianto di Scarlino venivano gestiti come non pericolosi rifiuti invece altamente pericolosi e infiammabili, a causa di tale illecito smaltimento e in particolare della triturazione non corretta di circa 100 tonnellate di bombolette spray nell'impianto si verificò un'esplosione che causò la morte di un operaio e il ferimento di un altro.