18 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Presentato il rapporto «Al di là del muro»

Nei centri di accoglienza inefficienze come 5 anni fa

Medici senza frontiere: «Servizi scarsi. Le autorità sanitarie assenti. Due vanno chiusi»

ROMA - Servizi scarsi e scadenti, mancano beni di prima necessità, assenti le autorità sanitarie, inefficienze, ingressi negati ai centri di Lampedusa e Bari. E' in sintesi il risultato del secondo rapporto sui centri per migranti in Italia, presentato da Medici Senza Frontiere. Lo studio, denominato «Al di là del muro», rileva come a più di dieci anni dall'istituzione dei centri per migranti in Italia, la gestione generale sembra «ispirata a un approccio ancora emergenziale». L'organizzazione chiede la chiusura immediata dei centri di Lamezia Terme e Trapani.

I servizi erogati, in generale, sembrano essere concepiti nell'ottica di «soddisfare a malapena» i bisogni primari, si legge nel rapporto, «tralasciando le molteplici istanze che possono contribuire a determinare una condizione accettabile di benessere psicofisico». Al momento dell'entrata in vigore del pacchetto sicurezza e con il conseguente allungamento dei tempi di detenzione nei Cie da 2 a 6 mesi, non erano previsti adeguamenti nell'erogazione dei servizi.

«Al di là del muro» rappresenta la seconda fotografia della realtà che si vive all'interno dei centri di identificazione ed espulsione (Cie), dei centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) e dei Centri di accoglienza (Cda) in Italia. L'indagine è basata su due diverse visite condotte da Msf a distanza di otto mesi tra il 2008 e il 2009, quando sono stati visitati 21 centri tra Cie, Cara e Cda.

In alcuni, gli operatori di Msf si sono trovati di fronte a un «atteggiamento ostile da parte dei gestori», incontrando difficoltà nel condurre liberamente l'indagine, subendo limitazioni e dinieghi nell'accedere in determinate aree: emblematici i casi dei centri di Lampedusa e del Cie di Bari dove è stata «negata dalla Prefettura l'autorizzazione a entrare nelle aree alloggiative, nonostante la visita di Msf - spiegano - fosse stata comunicata con diverse settimane di preavviso».

«Rispetto alle visite condotte nel 2003 poco è cambiato - scrive Medici senza frontiere -, molti sono i dubbi che persistono, su tutti la scarsa assistenza sanitaria, strutturata per fornire solo cure minime, sintomatiche e a breve termine. Stupisce inoltre l'assenza di protocolli sanitari per la diagnosi e il trattamento di patologie infettive e croniche».