20 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Cronaca. Sicilia

Palermo, cingalese incinta violentata e ricattata

Da connazionale ora arrestato. Lei e il marito hanno denunciato tutto

PALERMO - Una storia di degrado e di violenza, nella quale una donna, incinta al settimo mese, viene ripetutamente violentata, picchiata e minacciata, maturata in una delle comunità di stranieri più popolose di Palermo: quella cingalese, concentrata in massima parte nel quartiere dell'Olivuzza, nei dintorni di via Dante. A denunciarla ai carabinieri A.S. di 30 anni, incinta del secondo figlio al settimo mese, insieme al marito: entrambi onesti lavoratori e vittime. A minacciarla e usarle violenza un connazionale di 30 anni, ora agli arresti con l'accusa di sequestro di persona, violenza sessuale e tentata estorsione, che la ricattava perchè oltre ad averla ripetutamente violentata l'ha anche filmata durante gli atti sessuale e minacciava di diffondere il filmato via internet.

I due dai carabinieri si sono presentati stravolti ed è difficile all'inizio comprendere la storia di cui sono stati vittime: la donna è arrivata a Palermo circa cinque anni fa per ricongiungersi con il marito, S.A. 35enne, regolarmente residente in Italia dove esercita l'attività di collaboratore domestico. La coppia conosce dopo qualche tempo un giovane della stessa comunità, Inthiralingam Thamilmaran 30enne anche lui collaboratore domestico. Nonostante la giovane coppia tenti di tagliare i ponti con lui, Thamilmaran inizia a molestare la donna, che per pudore e vergogna non dice nulla al marito. Le attenzioni morbose dell'uomo, diventano però ben presto violenza.

Il 4 gennaio Thamilmaran vede la donna in corso Finocchiaro Aprile mentre aspetta l'autobus per andare a prendere il primo figlio a scuola e le offre un passaggio a bordo della sua auto. A.S. rifiuta, ma l'uomo diventa sempre più insistente, l'afferra per un braccio e la tira di forza in auto. La giovane è atterrita, la sua paura aumenta quando capisce che l'uomo la sta portando altrove, in un luogo isolato, lontano da occhi indiscreti: è lì che si consuma la violenza, Inthiralingam, minaccia la giovane di darle un pugno al grembo, la schiaffeggia, e la molesta riprendendo il tutto col proprio telefonino. Dopo la violenza l'uomo, riaccompagna la donna dicendole di tacere altrimenti avrebbe fatto uccidere lei e il suo bambino.

Ma i soprusi dell'uomo, non finiscono lì: qualche giorno dopo si ripresenta a casa di A.S. durante un'assenza del marito, minacciandola di diffondere il video su internet se non gli avesse dato 15.000 euro, A.S. atterrita prova a respingere l'uomo che la picchia con un bastone. La svolta arriva quando il marito della donna riceve una chiamata da un anonimo che gli racconta della violenza subita dalla moglie, che di fronte all'evidenza è costretta a confessare quanto era accaduto.

Il marito si reca dal criminale e subisce a sua volta minacce: Inthiralingam gli dice nuovamente che se non avesse voluto la diffusione di quel video gli avrebbe dovuto dare 15.000 euro. La coppia, impotente, decide a questo punto di rivolgersi ai carabinieri e denunciare tutto. I militari hanno rintracciato Inthiralingam e durante la perquisizione della sua abitazione hanno trovato il telefonino sul quale scorrevano immagini inequivocabili. L'uomo è stato sottoposto a fermo d'indiziato di delitto con le accuse di sequestro di persona, violenza sessuale e tentata estorsione. Ora è all'Ucciardone dove è stato interrogato dal Gip che ha accolto gli elementi probatori raccolti a suo carico, convalidando il provvedimento di fermo e disponendo la custodia in carcere.