Il sindaco di Bologna dal giudice per chiarire il «Cinzia-gate»
Interrogatorio in Procura dopo le accuse di truffa aggravata
BOLOGNA - Ha chiesto lui stesso di essere ascoltato il prima possibile dal gip Giorgio Floridia per poter chiarire la sua versione dei fatti sullo «scandalo» scoppiato a Bologna dopo le accuse della sua ex compagna. Così questa mattina il sindaco Flavio Delbono si è recato, assieme al suo avvocato Paolo Trombetti, alla Procura di piazza Trento Trieste.
Il «Cinzia-gate», come è stato ribattezzato nel capoluogo della regione, è scoppiato a pochi giorni dalle elezioni comunali dello scorso giugno. Il candidato del Pdl, Alfredo Cazzola, nel corso di una intervista radiofonica, lanciò l'accusa di presunto uso di soldi pubblici a fini privati da parte di Delbono, quando ancora era vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. Secondo lo sfidante (battuto poi al ballottaggio dall'esponente del Pd), il sindaco avrebbe pagato trasferte per sé e per l'allora compagna Cinzia Cracchi con soldi della Regione.
A fornire a Cazzola l'informazione è stata la stessa ex compagna del primo cittadino (e sua ex segretaria personale in Regione) che nelle settime successive spiegò di essere stata trasferita di incarico dopo un litigio e la fine della loro relazione.
La vicenda giudiziaria, dopo settimane di silenzio, è tornata alla cronaca poco prima della fine dell'anno. Oggi al giudice, il sindaco dovrà spiegare anche il motivo dell'esistenza di un bancomat dell'amico Mirko Divani, in possesso della compagna.
Delbono ieri, in un'intervista con una televisione locale, ha detto di essere fiducioso nella giustizia e ha chiesto ai bolognesi di «conservare la fiducia in lui e nella sua giunta». L'esecutivo - ha detto - sta lavorando e questa vicenda non ha per nulla coinvolto l'attività del Comune.