Su dl sedi disagiate nessun cedimento del Governo
E' quanto precisa il sottosegretario alla giustizia, Giacomo Caliendo
ROMA - «Non esiste alcun cedimento del Governo sul decreto relativo alle sedi disagiate, considerata la soluzione definitiva e di buon senso per la copertura di quelle sedi in realtà 'sgradite' ai magistrati che non intendono presentarvi richiesta di trasferimento». E' quanto precisa il sottosegretario alla giustizia, Giacomo Caliendo.
Per dissipare eventuali dubbi o equivoci, probabilmente originati da interpretazioni distorte - si legge in una nota - Caliendo sottolinea che, con le modifiche apportate in Commissione, il Csm avrà gli strumenti per risolvere definitivamente il problema, procedendo subito alla pubblicazione delle sedi disagiate con i benefici previsti e, in caso di persistenza dell'intendimento dei magistrati di non prestare la propria opera lì dove più necessario, avviando i trasferimenti d'ufficio. Solo in via eccezionale, in deroga al divieto di assegnazione degli uditori alle Procure della Repubblica, è stato previsto che, se dovesse permanere una scopertura superiore al trenta per cento, gli uditori del concorso nominati con decreto ministeriale nel 2009 potranno essere destinati alle funzioni requirenti sotto il controllo del Procuratore della Repubblica.
A partire dal 31 dicembre 2014 - ricorda il sottosegretario - entrerà in vigore la norma che prevede il superamento della problematica delle sedi disagiate con la previsione di destinare gli uditori a una sede provvisoria e, al momento del conseguimento della prima valutazione, alla sede definitiva. Caliendo pone in evidenza l'assoluta necessità dell'immediata attivazione della copertura delle suddette sedi e dei trasferimenti d'ufficio, anche in considerazione del fatto che gli uditori del decreto ministeriale del 2009 potranno svolgere le funzioni soltanto a partire dall'aprile del 2011. Il sottosegretario Caliendo auspica, infine, che i magistrati avvertano la sensibilità di dichiarare la propria disponibilità alla copertura delle sedi disagiate in modo da evitare l'applicazione di una norma prevista solo in via eccezionale.