24 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Politica & Giustizia

Il Governo dà priorità al legittimo impedimento

A consigliare maggiore prudenza alla maggioranza potrebbero essere i rapporti tra PdL e Udc in vista delle elezioni regionali

ROMA - Governo e maggioranza potrebbero correggere i tempi della propria politica sulla giustizia. Per evitare dalla settimana prossima un ingorgo legislativo alla Camera, si potrebbero allungare i tempi di discussione sulla riforma del processo breve licenziata dal Senato e accelerare invece quelli del via libera sul disegno di legge sul legittimo impedimento (l'obbligo per il giudice di riconoscere l'impossibilita' a partecipare alle udienze per tutti i soggetti che stiano esercitando la funzione di governo). Una scansione diversa dei tempi potrebbe essere confermata nella riunione del Consiglio dei ministri fissata per questa mattina che ha all'ordine del giorno alcuni decreti legislativi riguardanti l'attuazione delle politiche europee.

A consigliare maggiore prudenza alla maggioranza potrebbero essere i rapporti tra PdL e Udc in vista delle elezioni regionali di primavera (il centrodestra insiste per stringere un rapporto con i centristi in quasi tutte le regioni).

Il calendario dei lavori della Camera prevede che del disegno di legge sul legittimo impedimento discuta l'Aula di Montecitorio a iniziare da lunedì prossimo. In previsione di questo appuntamento, Michele Vietti (vicepresidente dei deputati Udc) ed Enrico Costa (capogruppo del PdL in Commissione giustizia) stanno lavorando a modificare in modo congiunto il testo iniziale. Più volte nelle scorse settimane Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, si era espresso a favore del legittimo impedimento come soluzione legislativa per proteggere premier e ministri da eventuali processi piuttosto che insistere sulla riforma del processo breve. Una posizione quella di Casini che potrebbe tradursi anche in un voto favorevole dell'Udc al legittimo impedimento, se venisse fatta cadere la riforma del processo breve. Gli onorevoli Vietti e Costa, secondo alcune indiscrezioni, potrebbero modificare la parte del testo in cui si afferma che le norme entrano in vigore in attesa di altre di carattere costituzionale (un nuovo Lodo Alfano che questa volta potrebbe diventare una legge costituzionale per evitare nuove bocciature da parte della Consulta). Si inserirebbe a questo proposito una data certa al posto dei diciotto mesi indicati attualmente.

Un'altra modifica potrebbe riguardare l'estensione del legittimo impedimento per il premier a tutte le attività connesse alle funzioni di governo in cui dovrebbero rientrare pure gli impegni internazionali. Si sta valutando inoltre la possibilità di estendere il legittimo impedimento a tutti i deputati e i senatori (una sorta di immunità parlamentare).

Per quanto riguarda invece la discussione alla Camera sul testo del processo breve, la maggioranza potrebbe decidere di rinviarla a dopo le elezioni regionali. Questo orientamento servirebbe a non surriscaldare il clima politico in vista della scadenza elettorale (un argomento polemico in meno a disposizione dell'opposizione) e a verificare nel frattempo l'avvio dei tempi di approvazione del Lodo Alfano per via costituzionale. La pausa di riflessione della maggioranza si renderebbe necessaria per studiare qualche eventuale ritocco al testo della riforma per evitare un giudizio di incostituzionalità.

Qualche dubbio sulla costituzionalità del testo licenziato dal Senato sarebbe stato espresso anche dal Quirinale. Il guardasigilli Angelino Alfano, nella sua informativa alle Camere dei giorni scorsi sull'amministrazione della giustizia, ha intanto annunciato i punti della riforma complessiva su cui sta lavorando: separazione delle carriere di giudici e pm, norme di composizione del Consiglio superiore della magistratura, sovraffollamento delle carceri, informatizzazione dei tribunali, abbattimento dell'arretrato civile.

Il giudizio del Pd resta però molto critico sui provvedimenti allo studio del governo sulla giustizia. Il segretario Pierluigi Bersani precisa: «Una riforma di sistema va fatta ma la destra si è presa la responsabilità di peggiorare le condizioni per una discussione. In tutto il mondo si parla di lavoro, fisco e temi sociali, mentre in Italia il Parlamento è invaso da norme per salvaguardare il premier».