23 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Terroristi di padre in figlio

Br, la seconda generazione: arrestato Morlacchi junior

Figlio del brigatista storico milanese. Due gli arresti nel quadro di un'operazione della Digos

MILANO - Terroristi di padre in figlio. Manolo Morlacchi, uno dei due presunti brigatisti arrestati ieri mattina a Milano, è figlio di Pierino, ex brigatista storico milanese tra i fondatori delle Br. Manolo, 39 anni, è stato arrestato dagli agenti della Digos insieme a Costantino Virgilio, 35 anni. Vivono entrambi a Milano e lavorano in un'agenzia di gestione archivi.

Dopo l'arresto, i due presunti appartenenti alla sigla «Per il comunismo Brigate Rosse», sono stati condotti negli uffici della Digos della Questura di Milano per gli interrogatori, poi a San Vittore. Ci sono inoltre altre due persone indagate nel procedimento. L'operazione rappresenta lo sviluppo di un'indagine che il 10 giugno scorso aveva portato all'arresto di 5 presunti brigatisti tra Genova, Milano e Roma e al sequestro di un vero e proprio arsenale. Furono arrestati e sono tuttora detenuti Luigi Fallico, Bruno Bellomonte, Bernardino Vincenzi, Gianfranco Zoja e Riccardo Porcile. Proprio in quell'occasione, le abitazioni dei due giovani arrestati stamani all'alba furono perquisite. Con gli arresti di oggi, sono sette le persone arrestate con l'accusa di far parte della formazione «per il comunismo Brigate Rosse». Entrambi i due arrestati sono accusati di far parte della associazione terroristico-eversiva, costituita in banda armata.

Costantino Virgilio è risultato in possesso di una sorta di manuale guida destinato ai sodali, che riporta le istruzioni per l'utilizzo dell'informatica per sfuggire ai controlli su Internet.

Pierino Morlacchi, padre dell'arrestato, scomparso nel 1999 è stato «un militante rivoluzionario delle Brigate Rosse- come spiegava lo stesso Manolo in un'intervista rilasciata per illustrate il suo libro, 'La fuga in avanti' scritto proprio sulle origini delle BR- . Contribuì alla loro fondazione nel 1970 organizzando la prima brigata nel quartiere Giambellino di Milano. L'approdo alla lotta armata fu il culmine di un lungo processo storico e politico che iniziò con la militanza nelle fila del Pci e coinvolse l'intera e numerosissima famiglia (dieci fratelli)».