18 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Politiche per l'immigrazione

Rutelli: il multiculturalismo è fallito

Lunga intervista al Giornale: «La cultura prevalente nell'islam non è laica. La Sinistra e Fini sbagliano»

ROMA - «Il multiculturalismo è una strada senza uscita con un Islam che rifiuta le nostre leggi» e la cittadinanza agli immigrati «non è uno strumento d'integrazione, ma un premio a chi accetta regole, diritti e doveri». E' questa l'opinione di Francesco Rutelli, che in una lunga intervista a Il Giornale spiega perché, secondo lui, sul versante dell'immigrazione sinistra e Fini sbagliano.

«La cultura prevalente nell'islam non è laica - spiega Rutelli - e certe reazioni a sinistra fanno riflettere su una sostanziale incomprensione di quello che accade nel mondo». Una incomprensione dai risvolti particolarmente gravi, specie alla luce della ripresa del terrorismo. «La minaccia jihadista non è affatto in calo - sottolinea Rutelli - e non durerà a lungo la condizione dell'Italia come Paese di transito, arruolamento e supporto logistico per terroristi che agiscono altrove. Ecco perché è necessaria un'organizzazione di sicurezza attenta e costante». «Per anni abbiamo inseguito un'idea sbagliata - prosegue -: che si debba cioè andare verso una società multiculturale. Da tempo dico che il multiculturalismo è una strada senza uscita», perché è «un'astrattezza».

L'ex presidente del Copasir si rivolge poi al presidente della Camera, Gianfranco Fini e pur apprezzando il fatto che «si è lasciato alle spalle posizioni molto vicine a quelle della Lega», osserva che «certe scorciatoie» da lui proposte «rischiano di essere superficiali». Così sulla cittadinanza Rutelli propone un iter sul modello della patente a punti, al termine del quale c'è la concessione della cittadinanza, da affiancare comunque ad una «dichiarazione di laicità». «Bisogna incoraggiare l'islam laico e moderato - rimarca - perché in Italia c'è spazio solo per il nostro diritto». Sul tema delle moschee infine Rutelli sottolinea la necessità di ottenere prima la piena «reciprocità», anche per tutelare al massimo la sicurezza per i cristiani nei Paesi musulmani.