16 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Religione & Società

Wojtyla presto beato, ma su Pio XII è già polemica con gli Ebrei

Rabbino Rosen: «Decisione poco sensibile». Il 17 gennaio Benedetto XVI in Sinagoga

ROMA - Non sarà santo subito, ma certo presto beato, Giovanni Paolo II. Lo ha deciso oggi il suo successore Benedetto XVI, che ha firmato il decreto sulle «eroiche virtù» di Papa Wojtyla, aprendo la strada ad una beatificazione che potrebbe essere celebrata già nel prossimo ottobre, con milioni di pellegrini a Roma. A sorpresa, poi, Ratzinger ha dato il via anche ad un'altra beatificazione che sembrava al palo, quella di Pio XII, pontefice a cavallo della seconda guerra mondiale, criticato dagli ebrei per non avere fatto abbastanza per fermare la shoah. E da Israele già arrivano le critiche di una figura di peso del dialogo ebraico-cattolico. «La decisione non mostra grande sensibilità nei confronti delle preoccupazioni della comunità ebraica», afferma il rabbino David Rosen.

Per la cerimonia di Wojtyla, regnante dal 1978 al 2005, c'è chi non esclude la primavera, ma sembra più probabile che il Papa polacco ascenda agli onori degli altari in autunno. La data più adatta sarebbe il 16 ottobre 2010 (o il giorno dopo, domenica), in occasione dell'anniversario della sua elezione al soglio pontificio (16 ottobre 1978). Certo, non tutti, anche nella Curia romana, hanno condiviso la decisione di Ratzinger di derogare alla norma che chiede di attendere cinque anni dalla morte prima di avviare un processo. Non certo per poca stima nei confronti di una personalità di grande statura religiosa e storica, quanto per l'esigenza di rispettare scrupolosamente le procedure e le garanzie previste da sempre dal Magistero. «Il Papa è un battezzato come tutti gli altri. Dunque la procedura di beatificazione dovrebbe essere la stessa prevista per tutti i battezzati», ha detto ad esempio il cardinale Godfried Danneels, primate uscente del Belgio, alla rivista 'Trenta giorni'. Ma, ormai, per il via libera definitivo manca solo l'identificazione di un miracolo. Le controversie relative alla politica della Santa Sede in quegli anni di Guerra fredda - ad esempio i non chiarissimi rapporti con il sindacato polacco di Solidarnosc - sono state lasciate alle spalle. La congregazione per la Causa dei santi ha deciso di tenere quei dossier fuori dalla documentazione relativa al processo di beatificazione. Già è stato individuata una suora francese che sarebbe guarita dal morbo di Parkinson grazie all'intercessione di Wojtyla. Tutto potrebbe svolgersi in poco tempo: l'analisi dei medici, prima, poi dei teologi e dei cardinali della congregazione per la Causa dei santi, infine la firma del Papa.

Più complessa la vicenda di Papa Pacelli. Non solo perché è meno evidente, a quanto si apprende, individuare un miracolo da attribuirgli. Pontefice durante la seconda guerra mondiale, Pio XII è, inoltre, contestato da buona parte del mondo ebraico, che lo accusa di non aver aver fatto abbastanza contro la shoah. La Santa Sede ha più volte replicato che i «silenzi» di Pacelli non esclusero un'ampia attività di rifugio dato da monasteri e conventi cattolici agli ebrei in fuga. Le cause di beatificazione, sottolineano poi in Vaticano, sono materie interne alla Chiesa cattolica. Ma per il mondo ebraico non basta. Nei mesi scorsi, da Roma a Gerusalemme, sui giornali o negli incontri diplomatici, in occasione del viaggio papale in Israele o per simposi storiografici, la polemica tra mondo ebraico e Chiesa cattolica non si è mai interrotta, quando sottotraccia, quando scoppiando in superficie. Il rabbino Riccardo Di Segni, che il prossimo 17 gennaio accoglierà Benedetto XVI in visita alla sinagoga maggiore di Roma, ha avuto a sottolineare, nei mesi scorsi, che «dopo il rastrellamento degli ebrei al ghetto di Roma il treno dei deportati è stato fermo alla stazione Tiburtina senza che Pio XII intervenisse per non farlo partire verso i lager».

Critiche riprese oggi a conclusione dello shabat, la giornata di sacra inattività per gli ebrei. La decisione di Ratzinger «non mostra grande sensibilità nei confronti delle preoccupazioni della comunità ebraica», ha detto il rabbino Rosen, consulente per il dialogo interreligioso del Gran rabbinato di Israele, che, interpellato per un commento, ha aggiunto: «Sono sorpreso che una simile decisione sia stata presa a sole tre settimane dalla programmata visita del Papa alla sinagoga di Roma». Per Rosen, interlocutore del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e direttore internazionale per gli affari interreligiosi dell'American Jewish Committee (Ajc), «a causa dell'enorme complessità delle emozioni e della memoria soggettiva, questa materia deve essere trattata con grandissima sensibilità e con un grado di distanza storica che richiede un lasso di tempo più lungo».

Insieme a Wojtyla e Pacelli, Benedetto XVI ha deciso di far avanzare anche le cause di beatificazione (o di canonizzazione) di altri diciannove 'candidati alla santità'. Tra di essi, diventerà beato padre il sacerdote polacco Jerzy Popieluszko, rapito, torturato e ucciso dai funzionari del regime comunista polacco nel 1984. Di lui, punto di riferimento tanto per il sindacato Solidarnosc quanto per lo stesso Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha riconosciuto il «martirio» avvenuto «in odio alla fede». Con le firme odierne, è divenuta poi 'venerabile' Mary Ward, suora britannica, fondatrice di una congregazione di suore soprannominate le «gesuitesse», Enrica Alfieri, ribattezzata «mamma di San Vittore» per il suo impegno con i carcerati. Sarà beata Chiara Badano, focolarina morta solo nel 1990 all'età di 18 anni.