Legambiente: a Copenhagen persa occasione storica
«L'accordo raggiunto non risponde alla crisi climatica che aveva spinto 115 capi di Stato e di Governo a venire a Copenaghen»
ROMA - «E' stata persa un'occasione storica». Così Edoardo Zanchini, responsabile energia e clima di Legambiente, ha commentato l'esito del vertice Onu sul clima conclusosi nella notte a Copenaghen.
«L'accordo raggiunto non risponde alla crisi climatica che aveva spinto 115 capi di Stato e di Governo a venire a Copenaghen sotto la pressione di una grande mobilitazione di cittadini di tutto il mondo. Non si è arrivati a impegni vincolanti in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, di controllo e verifica di tali riduzioni e a scadenze precise per la sottoscrizione di un trattato internazionale. Purtroppo i leader politici non sono stati all'altezza della sfida, nonostante due anni di trattative, lanciate a Bali a dicembre 2007, e benché negli ultimi giorni fossero stati fatti passi avanti in materia di sostegno finanziario agli interventi di mitigazione e adattamento nei Paesi poveri, sia nel breve che nel medio periodo ».
«La crisi climatica sta accelerando, come è emerso dagli ultimi dati presentati nella Conferenza dal Panel scientifico delle Nazioni Unite (IPCC) - ha aggiunto Zanchini -. Sarebbe catastrofico aprire una ennesima fase di riflessione e ripensamento, è necessaria una forte reazione che conduca a un accordo vincolante nella conferenza di Bonn, proposta da Merkel e Sarkozy entro giugno prossimo. Ma la Conferenza di Copenaghen - aggiunge - è stata anche un appuntamento di grande mobilitazione della società civile, con decine di migliaia di persone accreditate, centinaia di organizzazioni ambientali e sociali da ogni parte del Mondo, a dimostrazione della preoccupazione dei cittadini del mondo per le conseguenze del riscaldamento del pianeta. Legambiente si impegnerà perché tra i cittadini e tra le imprese cresca la consapevolezza della sfida e affinché il governo italiano svolga finalmente un ruolo di avanguardia e non di ostacolo nei negoziati, come è apparso evidente in questi giorni a Copenaghen».