25 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Politica & Giustizia

Pdl: con il «legittimo impedimento» tregua istituzionale

Al via l'iter in Commissione Giustizia della Camera, Costa: «Testo non è blindato». Palomba (IDV): «E' una vergogna»

ROMA - Con la relazione del capogruppo del Pdl in commissione Giustizia alla Camera, Enrico Costa, è iniziato questa mattina l'iter delle proposte di legge (quattro finora quelle presentate) sul legittimo impedimento per il premier, i ministri e i parlamentari a comparire nelle udienze. «Il dibattito in Commissione su un tema tanto rilevante - ha detto Costa, relatore del testo - potrà e dovrà costituire un'occasione per far ripartire il dialogo tra forze politiche responsabili, a partire da quelle che con approccio costruttivo alla materia si sono impegnate a predisporre una proposta. E' fondamentale partire dalla consapevolezza che non ci sono testi blindati, ma una seria e concreta apertura al confronto, per giungere a una legge che costituisca una tregua istituzionale solida, seria e giuridicamente consistente».

PER IL PD NON C'E' NESSUNA GUERRA - «Una tregua? Non c'è nessuna guerra tra le istituzioni», ha commentato la capogruppo del Pd in Commissione, Donatella Ferranti. «Da un anno è mezzo - ha aggiunto - tutto è polarizzato dai due processi pendenti del premier. Non ci sono riforme, né mezzo, ma solo articoli di legge che mirano a non fare processare il presidente del Consiglio». Ferranti ha chiesto di predisporre «audizioni di costituzionalisti e processualisti che valutino l'impatto di questa norma», ha ribadito che anche la legge sul processo breve all'esame del Senato «va ritirata» e, a chi gli domanda, quale testo sceglierebbe tra quello a Palazzo Madama e quello a Montecitorio risponde: «Io non voglio scegliere tra due mali. Non voglio scegliere il male minore ma ciò che è buono, anche una norma dignitosa per le alte cariche dello Stato sotto processo».

PALOMBA (IDV): «E' UNA VERGOGNA» - Secondo Federico Palomba dell'Idv, la legge sul legittimo impedimento è una «vergogna» perché «lascia tutto al mero arbitrio del capo del governo trascurando la considerazione che la funzione politica e quella giurisdizionale sono sullo stesso piano». Si tratta «di una immunità contraffatta».