23 agosto 2025
Aggiornato 13:00
Per il Ministro dell'Interno non c'è «vincolo di maggioranza»

Fondi sicurezza, Maroni: voto con opposizione. Stop da Bossi

«Farà come dico io, tratteremo con Tremonti», ma molti approvano

ROMA - Dialogo politico possibile o no, quando si tratta di fondi per le forze dell'ordine non c'è «vincolo di maggioranza» che tenga: il titolare del Viminale, Roberto Maroni, li vuole, anzi, li pretende e per questo si dice disponibile a «votare qualunque proposta, anche dell'opposizione» che porti ad averli. Con buona pace dei colleghi di governo, che non vedono di buon occhio l'apertura alla minoranza del ministro dell'Interno. Tocca quindi a Umberto Bossi richiamare all'ordine il collega di governo ma subordinato di partito e il Senatur lo fa senza mezzi termini.

BOSSI: «TRATTEREMO CON TREMONTI» - «Maroni - dice Bossi - l'ho allevato io quando era un ragazzino e farà quello che dice la Lega e la Lega mantiene la parola: abbiamo fatto le elezioni con Berlusconi e non con l'opposizione. Per avere i fondi per la polizia tratteremo con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti». Nelle sue dichiarazioni, però, il «ragazzino» Maroni è apparso piuttosto cresciuto, tanto è vero che alla presenza del capo della Polizia, Antonio Manganelli e del leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, Maroni si è espresso tirando in ballo tutto il partito e non soltanto il suo voto personale in Aula. «Garantisco - ha infatti tuonato il ministro a un convegno organizzato da un sindacato di polizia - che io e il mio partito in Parlamento faremo una battaglia forte. Se ci sarà una proposta per destinare più risorse dall'opposizione noi la sosterremo e se da ambienti governativi arriverà una proposta per ridurle noi voteremo contro».

CASINI: «FRONTE COMUNE» - Facile per il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, far da sponda col ministro. Il leader centrista invita infatti il suo partito a «fare fronte comune», sul tema, con Maroni, che a riceve parole di plauso anche dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Questo governo e questa maggioranza - è la dichiarazione del leader dei democratici - hanno fatto la loro fortuna sull'insicurezza promettendo soluzioni salvifiche, facendo qualche norma sulle ronde e poi praticando tagli micidiali alla sicurezza che è in ginocchio. Se decidono di riprendere questo tema e se la Lega fa questa riflessione è la benvenuta».

IN APPOGGIO «PURE» FINI - Infine, appoggio non sperato persino da parte di Fare Futuro, la fondazione presieduta da Gianfranco Fini. «Da queste pagine - scrive il direttore del Web magazine di Fare Futuro, Filippo Rossi - non siamo mai stati teneri con le posizioni leghiste, ma non abbiamo problemi a dire che questa volta Maroni ha ragione da vendere, perché non è possibile che uno Stato si riempia la bocca di «legalità» e «sicurezza», se ne faccia vanto, e poi, come denunciano le cronache e i sindacati di settore, lasci senza risorse proprio quegli uomini che, sul campo, devono garantire col loro impegno quotidiano la legalità e la sicurezza per tutti i cittadini».