Reazioni. Il suicidio della neobrigatista
Alfano: «Per i giudici Blefari era compatibile col carcere»
«Ma nessuna ombra rimarrà sul caso, inchiesta amministrativa celere»
ROMA - Il carcere di Rebibbia, dove era detenuta la brigatista Diana Blefari Melazzi, morta suicida, «non è in sovraffollamento o in condizioni ambientali contrarie all'articolo 27 della Costituzione, cioè poco dignitose». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a Mattino Cinque.
La Blefari era «in carcere perché in seguito a una serie di documentazioni presentate dai suoi legali chi era preposto a decidere aveva ritenuto compatibile il carcere al suo stato psicofisico. E non è il ministro della Giustizia che decide su questo ma la magistratura». Tuttavia, ricorda Alfano, «nessuna ombra deve rimanere su casi delicati come questo e quindi ho disposto una inchiesta amministrativa raccomandando la massima celerità».