5 maggio 2024
Aggiornato 02:30
Politica e Giustizia

E' scontro tra Berlusconi e i Magistrati

Palamara: «No riforme punitive». Cascini: «Se avanti così inevitabile lo sciopero»

ROMA - La magistratura protesta, lo scontro con il premier Silvio Berlusconi è sempre più aspro, lo sciopero delle toghe è nell'aria. Oggi l'Associazione nazionale magistrati ha organizzato una giornata di mobilitazione in tutta Italia contro «le intimidazioni del potere politico». Alle 12 e 30 si sono fermate le udienze e per mezz'ora nelle 26 corti d'appello del Paese si sono svolte assemblee.

Il numero uno dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara ha spiegato che «non c'è bisogno di riforme punitive contro i magistrati che hanno l'unica colpa di aver emesso sentenze esercitando la propria funzione».

«NON SIAMO FAZIOSI» - Il segretario Giuseppe Cascini ha rispedito al mittente l'accusa di faziosità che, dice, «è tra le più gravi e infamanti che si possa rivolgere a un giudice».
«Non c'è decisione giudiziaria sgradita ai suoi desiderata - ha osservato Cascini riferendosi al premier - cui non seguano aggressioni e insulti nei confronti del magistrato. Continueremo a protestare contro questo degrado della vita pubblica, ma è certo che se si va avanti così sarà inevitabile giungere anche allo sciopero».

RIFORME URGENTI - Sul fronte delle riforme Palamara ha sottolineato che l'Anm «non è in guerra contro nessuno» e che «non dice sempre di no». «La giustizia - ha continuato Palamara - ha bisogno di riforme urgenti» ma «diciamo no a quelle che ledono indipendenza e autonomia della magistratura». Sul cosiddetto 'lodo Ghedini', che sposterebbe a Roma i processi per le alte cariche, ha risposto «di non poter andare dietro a tutti gli annunci, bisogna vedere i testi scritti. Non sono certo che queste siano le riforme che servono alla giustizia».

BERLUSCONI: «COMUNISTI» - Il premier Silvio Berlusconi è tornato all'offensiva contro i magistrati che ha chiamato «comunisti» dopo la bocciatura del Lodo Alfano e la condanna in appello di David Mills per essersi fatto corrompere da lui.

«Purtroppo il dibattito non si sta concentrando sul fare una riforma della giustizia che renda i processi più veloci, ma su altri temi come la limitazione dei poteri della magistratura e le riforme costituzionali», ha aggiunto il presidente dell'Anm. «Tutto ciò crea malessere. Noi saremo responsabili, ma non mancheremo con forza di far sentire la nostra voce».