29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Cronaca. Lazio

Roma, a semaforo con spugna contro ordinanza anti-lavavetri

Consiglieri Comune, Provincia e Regione in piazza, firma rinviata. E la protesta, annunciano, non si fermerà al piano simbolico

ROMA - Armati di spugna e secchiello si sono messi al semaforo di piazza San Marco, proprio davanti al Campidoglio, per lavare i vetri degli automobilisti che si fermavano al rosso. Così hanno deciso di protestare contro l'ordinanza anti-lavavetri, voluta dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, consiglieri comunali, provinciali e regionali.

Alla originale iniziativa, intitolata «semaforo day», hanno preso parte i consiglieri regionali Anna Pizzo, Enrico Fontana, Giovanni Carapella, Peppe Mariani, Ivano Peduzzi, Antonietta Brancati e Giuseppe Celli, l`assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri, l'assessore provinciale al lavoro Massimiliano Smeriglio, il consigliere provinciale Gianluca Peciola, il consigliere comunale Andrea Alzetta e i presidenti del decimo e dell'undicesimo municipio, Sandro Medici e Andrea Catarci.

E la protesta, annunciano, non si fermerà al piano simbolico: «Presenteremo mercoledì prossimo in Consiglio regionale - annuncia la Pizzo - una mozione per contrastare l`ordinanza anti-lavavetri che firmerà domani il sindaco di Roma. Una mozione analoga verrà presentata nei prossimi giorni anche alla Provincia e al Comune di Roma». Intanto, sottolinea, è già stato ottenuto un primo risultato: «Consideriamo una piccola vittoria il rinvio a domani della firma dell`ordinanza, che era prevista per oggi. Fino a quando il provvedimento non sarà ancora in vigore, ma anche successivamente, utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per contrastarne gli effetti: la mozione congiunta che alcuni rappresentanti della Regione Lazio, della Provincia e del Comune di Roma hanno deciso di presentare, rappresenta solo l'inizio della nostra opposizione».

«Riteniamo l`ordinanza anti lavavetri un provvedimento inutile - sottolinea Pizzo - che andrà a ledere solo le categorie più deboli, senza colpire il cuore del problema, ovvero il racket e lo sfruttamento. Poiché il governo della città, attraverso ordinanze intimidatorie, sta agendo in modo irresponsabile, alimentano un clima di intolleranza, di diffidenza e di sospetto, vogliamo lanciare oggi un segnale diverso che parla di inclusione e politiche sociale. Siamo tutti cittadini con uguali diritti - conclude - e ci opporremo con tute le nostre forze alla città dell`apartheid». (segue)