28 marzo 2024
Aggiornato 13:00

Oggi Summit Anm, la base delle toghe chiede lo sciopero

Da Giunta ancora nessuna proposta, ma preoccupazione aumenta dopo il caso Mediaset e il Magistrato Mesiano

ROMA - Il clima è dei peggiori: la base dei magistrati, nelle mailing list, grida allo scandalo e legge l'attacco al giudice estensore della sentenza sul lodo Mondadori, Raimondo Mesiano, come l'ultimo di una serie di «iniziative di vilipendio» che non è più possibile accettare. L'apertura di una pratica a tutela, già sul tavolo della prima commissione del Csm, non basta più e le toghe ormai inneggiano, chi più chi meno velatamente, allo sciopero. In queste condizioni, dunque, oggi si riunirà il Comitato Direttivo centrale dell'Anm, il parlamentino del sindacato delle toghe che sarà chiamato ad affrontare quella che viene ormai palesemente definita «una situazione surreale, tragica e indegna».

Le tappe di avvicinamento all'appuntamento non lasciano presagire nulla di buono: ieri infatti, dopo aver preso una durissima posizione contro il servizio sul giudice Mesiano andato in onda su Canale 5, l'Anm ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, esprimendo «forte preoccupazione per la grave tensione che coinvolge le istituzioni del Paese e rischia di alterare l'equilibrio tra i poteri dello Stato.

Se, per un verso, la recente decisione della Corte Costituzionale è stata l'occasione per rinnovare gli attacchi e le invettive nei confronti della magistratura e di singoli giudici, è davvero incredibile assistere ad una inedita opera di denigrazione mediatica di un magistrato». Chiamare in causa il Capo dello Stato quale massima autorità garante delle istituzioni è quindi il segno palese del fatto che «i magistrati - come dice Luca Palamara, presidente dell'Anm - non si lasceranno intimidire». L'attenzione è ancora al caso Mesiano, con Palamara che definisce l'iniziativa di Mattino 5 «vergognosa, per usare un termine dolce, anche se in in questo momento di espressioni dolci se ne colgono davvero poche».

Insomma, l'appuntamento di oggi, che avrebbe dovuto essere di fatto la commemorazione del defunto magistrato Maurizio Laudi, a cui comunque sarà dedicato un momento all'apertura dei lavori, si carica sempre più di attese. La giunta, infatti, non arriverà al Cdc con una proposta si sciopero, ma, secondo quanto si apprende, non sarà nemmeno sorda ad ascoltare le richieste che vengono dalla base.