25 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Politica e Informazione

Avvenire contro Dandini: «satira al limite della bestemmia»

Sotto accusa la parodia della Binetti

ROMA - Il quotidiano Avvenire, nell'edizione in edicola oggi, si scaglia contro il programma tv satirico di Serena Dandini con un indignato articolo, richiamato in prima pagina a firma di Francesco Ognibene, dal titolo: «Vilipendio dell'intelligenza nel salotto colto della Dandini».

«Segno desolante e volgare di una certa Italia» - Quello che non è andato giù all'autore del pezzo è stata la satira sulla senatrice del Pd, Paola Binetti. «Abbiamo chiuso gli occhi, spento la tv e buttato il telecomando qualche sera fa quando a Parla con me, su Rai3, Avvenire è stato fatto entrare, in modo tanto stolido quando diffamatorio, in un`aspra parodia delle obiezioni all`idea di introdurre un`aggravante penale specifica anti-omofobica», si legge nell'articolo, che poi passa a censurare il «telesalotto dello humour intellettuale progressista - che passa da Saramago a Vergassola, con l`ilare e pochissimo serena Serena Dandini a condurre - è il segno desolante e volgare di una certa Italia dove si profana tutto con l`aria di chi dice una cosa raffinatamente umoristica».

Sulla parodia della Binetti: «Siamo alla messa alla gogna di un personaggio pubblico per la sua fede cristiana e all'offesa del sentimento religioso di decine e decine di milioni di italiani: fatto odioso solo a nominarlo e scelta «artistica» miserabile. La satira giunge al limite della bestemmia...». Ognibene scrive più avanti: «E cosa c`è di più meschino del ridurre a grottesca messinscena i simboli religiosi - la Confessione, il Padre Nostro - per ribadire il proprio sovrano disprezzo verso le fedeltà e i sentimenti più antichi e profondi degli italiani?».

Questi - conclude «Avvenire» - sono giorni in cui si parla spesso, a torto o a ragione, di vilipendio. Sulla Rai, servizio pubblico televisivo, è stato dimostrato a tutti di che cosa si tratta. Si è giochicchiato ignominiosamente con l`indisponibile patrimonio comune del nostro popolo. Persino prima che della religione, un tragico vilipendio dell`intelligenza».