20 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Sette milioni in prima serata, una fascia «alta» di pubblico

La Pdl attacca Santoro ma record ascolti per ora frena polemiche

Il conduttore di Annozero soddisfatto: «Pubblico non vuole censure». Schifani: «Siamo nella palese indecenza»

ROMA - Sette milioni in prima serata, una fascia alta di pubblico tutta centrata su un programma di approfondimento. Annozero segna un record con il 29% di share, e se nel Pdl si grida ancora allo scandalo per il collegamento di Patrizia D'Addario, le polemiche di questi giorni segnano, almeno per ora, una battuta di arresto.

Un risultato, quello di ieri, cui Santoro guarda soddisfatto. Tante persone, soprattutto giovani, categoria dove difficilmente un programma di approfondimento fa il pieno. E un indice di permanenza alto, come se 'Annozero' fosse per molti un programma da seguire con costanza, «come una fiction». Ma quel 29% è un risultato forte anche per l'azienda, se anche a Viale Mazzini si parla di dato importante e si sottolinea che 'Annozero' continuerà la sua programmazione normalmente e questo al netto di possibili dubbi sul collegamento della D'Addario. Il dg Mauro Masi sarebbe anche pronto a firmare il contratto per Marco Travaglio. Il giornalista lo starebbe esaminando, «lo leggeremo» dice Michele Santoro.

Segnali di distensione arrivano anche dal Governo, con il ministro Scajola e con Paolo Bonaiuti, per il quale, sebbene il programma fosse «costruito intorno al buco della serratura e sul gossip, mi sembra sia andato in onda regolarmente». Quel che bisogna capire, dice Bonaiuti ribadendo un concetto espresso già ieri sera in diretta dal vice ministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, è «cosa sia il servizio pubblico». Per questo la fase istruttoria aperta dal Governo dopo la prima puntata di Annozero resta aperta. Il prossimo 8 ottobre Scajola incontrerà i vertici dell'azienda, mentre resta fuori l'Agcom. L'Authority, si fa sapere, svolge la sua normale attività di monitoraggio, anche perché la possibile sanzione pari al 3% del fatturato prevista nella diffida su Travaglio e Grillo non tocca un solo programma, ma non si pronuncia ex ante.

Schifani: «Siamo nella palese indecenza» - Toni più bassi dunque, anche se nel Pdl c'è chi si scaglia contro il programma. Per il presidente del Senato Renato Schifani «siamo nella palese indecenza», il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, sottolinea che ieri «è stato segnato il punto più basso», mentre Maurizio Gasparri mette Santoro tra i «giullari stalinisti» grazie ai quali il Pdl «fa il pieno dei consensi». Ma per il conduttore il segnale arrivato ieri da 7 milioni di telespettatori non è l'essere «pro o contro Berlusconi», ma che «il pubblico si sceglie i programmi e non vuole censure».