29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Immigrazione clandestina

Maroni: «Giudice non può obiettare legge sulla clandestinità»

Per il Ministro degli interni non può passare principio: «Se non d'accordo non applico legge»

ROMA - Il ministro dell' Interno Roberto Maroni dopo , durante un intervista torna sull'a legge che introduce il reato di immigrazione clandestina e puntualizza, in ordine alla : il giudice è soggetto alla legge, quindi se non è d'accordo con la legge non può passare il principio di non applicazione, se del caso può solo sollevare la questione di costituzionalità.

Giudice soggetto alla Legge - Da qui la critica nei giorni scorsi che il ministro ha rivolto essersi lamentano perché la legge sulla clandestinità non verrebbe applicata scrupolosamente nei tribunali italiani sollevando aspre polemiche Il ministro infatti nel corso di un'intervista a «La telefonata« di Maurizio Belpietro, in onda su Canale5, alla 'domanda che intendete fare?', risponde: «Richiamare il fatto che il giudice è soggetto alla legge, solo alla legge ma alla legge è soggetto dice la Costituzione, non può passare il principio se io giudice non sono d'accordo con una legge non la applico. Se non sono d'accordo e ritengo che sia illegittima posso sollevare l'eccezione di incostituzionalità, se invece non la sollevo la devo applicare», perché «non esiste la possibilità nella Costituzione che il giudice non applichi una legge».

Precedente Bossi-Fini - Maroni ha sottolineato che «purtroppo anche in passato con la legge Bossi-Fini abbiamo assistito ad episodi dubbi che ci hanno fatto pensare, i quali hanno fatto pensare molti di una sorta di obiezione nei confronti di una legge, obiezione però che il giudice non può fare, non è ammesso nell'ordinamento». «Io credo - ha aggiunto il ministro - che moltissimi giudici di pace hanno già applicato questa norma in modo lodevole, altri hanno deciso di sollevare la questione di costituzionalità, di legittimità costituzionale questo va benissimo, l'unica cosa che non è accettabile perché non è consentita dall'ordinamento costituzionale è che un giudice dica la norma è costituzionale, la legge va bene però io non la applico perché non mi sta bene».
Segnalazioni di tali magistrati, in ogni caso «spettano al ministro della Giustizia eventualmente».