19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Piano nazionale di assegnazione (Nap) delle emissioni di gas serra

Clima, Dimas:«Ue non consente modifiche ex post piani emissioni»

Commissario Ambiente: «Ascolteremo le preoccupazioni del governo italiano e pronti a spiegare come funziona sistema»

BRUXELLES - Il commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas, si è detto oggi pronto ad «ascoltare le preoccupazioni» del governo italiano sui costi del Piano nazionale di assegnazione (Nap) delle emissioni di gas serra, ma, ha avvertito, non sono comunque possibili aggiustamenti 'ex post' del piano stesso.

Sistema ETS - «Noi - ha detto Dimas all'Apcom - ascoltiamo sempre le preoccupazioni degli Stati membri, e siamo pronti a spiegare come funziona il sistema Ets (il mercato europeo dei diritti emissione, ndr) e qualsiasi altra questione correlata. La legislazione comunitaria, comunque - ha avvertito -, non permette aggiustamenti 'ex post'» dei tetti alle emissioni approvati dalla Commissione per ciascuno Stato membro.

La lettera del Premier - In una lettera della settimana scorsa al presidente della Commissione José Manuel Barroso, di cui ha dato notizia oggi il Sole 24 ore, il premier Berlusconi aveva segnalato «gravi difficoltà per le aziende italiane» a causa del piano di assegnazione delle quote di Co2, e aveva chiesto il «personale interessamento» del capo dell'Esecutivo comunitario «per arrivare a una soluzione condivisa», come ha confermato oggi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti.

Bonaiuti ha puntualizzato che l'Italia «non ha mai chiesto al presidente Barroso di rinegoziare» il piano emissioni, ma secondo il Sole 24 0re, nella lettera del presidente del Consiglio vengono esplicitamente menzionati il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e i suoi contatti con il commissario Dimas per esporre i problemi italiani. La lettera, insomma, mira a sollecitare Barroso a fare pressioni su Dimas per trovare «una soluzione condivisa» che alleggerisca alcuni costi per le imprese italiane.

Nel 2007 compromesso Bersani-Pecoraro Scanio - Per capire come fu deciso il piano nazionale di assegnazione delle emissioni bisogna tornare indietro di due anni. Nel 2007, il governo Prodi - con un compromesso raggiunto dopo un braccio di ferro fra il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani e il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio - propose a Bruxelles un Nap da 209 milioni di tonnellate di CO2 (di cui 16 milioni di tonnellate accantonati per i 'nuovi entranti' nel sistema industriale), ma la Commissione fu inflessibile e approvò il piano italiano solo a condizione di tagliare il 'tetto' del 6,3%, portandolo a 195,8 milioni di tonnellate. Il negoziato continuò sulla riserva per i nuovi entranti, per la quale Bruxelles accettò successivamente la soluzione proposta dall'Italia (l'acquisto sul mercato con fondi pubblici delle quote per 16 milioni di tonnellate e la loro assegnazione gratuita alle imprese interessate).

I «nuovi entranti» - Secondo fonti della Commissione, la questione per la quale il governo italiano chiede ora il «personale interessamento» di Barroso non riguarderebbero tanto il tetto alle emissioni approvato da Bruxelles con il Nap italiano, quanto piuttosto la riserva prevista per i 'nuovi entranti'. La stessa lettera di Berlusconi parlerebbe di problemi creati al sistema industriale italiano «soprattutto per i nuovi entranti».

Anche in questo caso, tuttavia, sembra che la risposta della Commissione europea non cambierebbe: «Non è possibile aumentare la riserva per i nuovi entranti, e le quote di CO2 della riserva stessa devono essere comprate sul mercato dei diritti di emissione», ha puntualizzato una fonte qualificata della Commissione.