12 ottobre 2025
Aggiornato 10:00
Palese violazione obblighi legali da parte Italia

Hrw accusa Italia: «Maltrattati richiedenti asilo»

L'organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch critica oggi l'Italia per i «respingimenti» di migranti intercettati in mare

ROMA - L'organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch (HRW) critica oggi l'Italia per i 'respingimenti' di migranti intercettati in mare. Respinti in Libia, dice Hrw, i migranti sono sottoposti a vessazioni e altri trattamenti degradanti.

In Libia trattamenti brutali - «L'Italia intercetta gli immigrati e i richiedenti asilo africani ma non verifica neppure se possano ottenere lo stato di rifugiati e li respinge a forza in Libia dove molti di loro vengono detenuti in condizioni disumane e degradanti».
«La realtà - prosegue Hrw - è che l'Italia respinge queste persone verso un posto dove li attende un pessimo trattamento. Gli immigrati detenuti in Libia a grande maggioranza hanno raccontato di aver subito trattamenti brutali» dice Bill Frelick, autore del rapporto.

Violazione dell'obbligo legale che ha l'Italia - «Questa politica - aggiunge Hrw rappresenta una palese violazione dell'obbligo legale che ha l'Italia a non procedere ad alcun respingimento di persone verso luoghi in cui le loro vite e libertà sono a rischio e dove rischiano la tortura».
L'organizzazione precisa che il rapporto è stato redatto sulla base di interviste condotte con 91 immigrati residenti in Italia e a Malta.

ONU: «Respingimenti violano i diritti umani» - L'Alto Commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay nei giorni scorsi aveva denunciato le politiche nei confronti degli immigrati che «con una chiara violazione del diritto internazionale, vengono abbandonati e respinti senza un'adeguata verifica del fatto che stiano o meno fuggendo da persecuzioni».

Nel discorso di inaugurazione della 12esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani Pillay cita la «tragica evenienza» del gommone di eritrei rimasto senza soccorsi tra la Libia, Malta e l'Italia in agosto e osserva che «in molti casi le autorità respingono questi migranti lasciandoli affrontare da soli stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero trattando navi cariche di rifiuti tossici». «Il loro destino - prosegue l'alto funzionario delle Nazioni Unite - è così segnato mentre cercano di attraversare il Mediterraneo, il Golfo di Aden, i Caraibi, l'Oceano Indiano o altre zone di mare».

Farnesina: «Richiamo Onu non è rivolto all'Italia» - L'Italia è il Paese che ha salvato il maggior numero di vite umane nel Mediterraneo, e per questo motivo il richiamo alle violazioni del diritto internazionale non è evidentemente rivolto all'Italia». La Farnesina commenta in questo modo le dichiarazioni dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay sui respingimenti.

«Non possiamo che condividere la giusta preoccupazione che le anima, relativa al rispetto della sacralità della vita umana» sottolinea il ministero degli Esteri in una nota.

«Le regole del diritto internazionale - prosegue la Farnesina - costituiscono il caposaldo dell'azione del Governo italiano, che promuove e auspica un impegno comune affinché vengano da tutti rispettate e tutti facciano la loro parte».