25 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Spacca: «Ignorato il parere contrario della Regione»

Distacco dei Comuni della Valmarecchia

Le Marche ricorrono alla Corte costituzionale contro la legge dello Stato

ANCONA - La Regione Marche ha deliberato formalmente di ricorrere alla Corte costituzionale contro il distacco dei sette Comuni della Valmarecchia. La Giunta regionale ha incaricato il professore Stefano Grassi (del Foro di Firenze) di predisporre il ricorso avanti la Consulta per ottenere la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge 3 agosto 2009, n. 117 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 118 del 14 agosto 2009), che prevede il passaggio dei Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello, dalle Marche alla Regione Emilia Romagna, nell’ambito della Provincia di Rimini.

La decisione era già stata anticipata dalla Giunta regionale che aveva discusso la questione nella seduta dello scorso 15 giugno, durante l’iter parlamentare del testo legislativo. In precedenza, il Consiglio regionale della Marche aveva espresso «parere non favorevole al distacco» con l’atto amministrativo n. 84 del 17 marzo 2008. La scelta di ricorrere alla Consulta, viene evidenziato nella delibera di incarico al professor Grassi, trova fondamento nei lavori del Parlamento: la Commissione parlamentare per le questioni regionali, nell’esprimere parere favorevole al distacco, «ha correttamente ravvisato l’opportunità di una valutazione nel merito del parere contrario espresso dal Consiglio regionale delle Marche. Tuttavia, dai resoconti delle sedute della Camera e del Senato, non risulta che le Camere abbiano adeguatamente valutato nel merito il parere negativo della Regione Marche e che, soprattutto, non abbiano reso esplicite le ragioni per cui i motivi a fondamento del parere negativo siano stati disattesi. Del resto il territorio dell’Alta Valmarecchia, costituendo in quanto Montefeltro un’area omogenea, con un centro culturale (Urbino), è storicamente parte integrante della Regione Marche».

Il parere contrario del Consiglio regionale, espresso dall’organo rappresentativo dell’intera Comunità marchigiana – viene ribadito – «non è stato considerato in sede di approvazione parlamentare della legge, pur comportando questa uno smembramento del territorio marchigiano». Va considerato, inoltre, che «nella valutazione di merito il Parlamento non ha tenuto conto delle iniziative messe in atto dalla Regione Marche, nel corso del tempo, per assicurare ai cittadini dei Comuni interessati al distacco, anche tramite intese con le amministrazioni locali, i servizi rispondenti alle esigenze delle popolazioni stesse».

La delibera approvata dalla Giunta regionale delle Marche si riserva di motivare ulteriormente le argomentazioni «in sede di ricorso». Le Marche, evidenzia il presidente Gian Mario Spacca, ritengono sostanzialmente che la mancata incidenza del parere regionale sull’approvazione della legge «leda il principio costituzionale di leale collaborazione tra le istituzioni dello Stato. Inoltre, pur prendendo atto della particolarissima situazione territoriale dei Comuni dell’Alta Valmarecchia, valutiamo ugualmente essenziale l’esigenza primaria di mantenere unitarie l’identità e l’immagine (territoriale, sociale e culturale) dalle Marche, che verrebbero compromesse dalla perdita di una parte significativa del proprio territorio».