8 maggio 2024
Aggiornato 05:00
Immigrati

Avvenire: «Non stiamo zitti, no a ipocrisie politica»

«Per larghissima maggioranza bisogna soccorrere chi ha bisogno»

ROMA - I cattolici «non stanno zitti». Chiedono a tutti - in Italia, a Malta e nel resto d`Europa - di «non far finta di niente» e dicono no alle ipocrisie di una politica che usa gli odierni boat people per «battaglie di basso profilo».

L'Avvenire torna sulla tragedia di Lampedusa con un editoriale in cui ricorda che trent'anni fa gli italiani arrivarono fino nelle acque della Malesia per soccorrere i profughi vietnamiti. In prima fila, in quella mobilitazione mondiale, furono i cattolici assieme ai fedeli di tante altre religioni. «Un reale movimento di popolo che, tra le titubanze di ordine politico e diplomatico, spinse a interessarsi di quei poveracci in balia delle onde. Come oggi spinge a interessarci di quelli in balia delle onde vicine. Mai in nome della politica, ma in nome dell`uomo e della sua dignità che si fonda sull`esser creatura voluta da Dio, a sua immagine e somiglianza», afferma il giornale dei vescovi.

«Molti sono gli attentati nella nostra epoca a tale dignità. Vengono da sottili ma decisive mutazioni in campo biogenetico, e dalle ipocrisie di una ricerca scientifica interessata più a vendere che alla vita. E vengono da corpose e altrettanto decisive mutazioni nei flussi migratori, e dalle ipocrisie di una politica che usa gli odierni boat people per battaglie di basso profilo», osserva l'Avvenire.

Per l'Avvenire è gente «che rischia la deriva, che va soccorsa. Poi si deciderà dove staranno, se e come rimarranno e tutto il resto. I profughi vietnamiti di allora in Italia si integrarono bene: fanno parte di questo Paese e, in questa rovente estate del 2009, ringraziano noi che navigammo per mezzo mondo decisi a soccorrere altri esseri umani in difficoltà. Ne fummo fieri. Fu giusto. Fu, per così dire, normale per la nostra sensibilità e per la nostra cultura. E siamo sicuri che la cultura e la sensibilità di una larga, larghissima, maggioranza della nostra gente si nutre della stessa convinzione: soccorrere chi ha bisogno. Quando è lontano, e quando è vicino».