12 ottobre 2025
Aggiornato 08:00
E' il titolo di un editoriale pubblicato in prima pagina sul quotidiano leghista

Unita d'Italia, La Padania: «Che c'è da festeggiare?»

Penisola ha essenza pluralista, unificazione fu un'anomalia

ROMA - «Unità d'Italia, cosa c'è da festeggiare?». E' il titolo di un editoriale pubblicato in prima pagina sul quotidiano leghista La Padania.
«Come era prevedibile - si legge nell'articolo - la polemica sull'identità italiana e sullo spirito nazionale, connessa ai quantomeno sfilacciati programmi celebrativi del centocinquantenario dell'unità (1861-2011), è proseguita. In taluni casi leggendo addirittura la storia come se fosse una sfida sportiva. Anche per effetto delle sollecitazioni politiche del partito del Sud in seno alla maggioranza essa si è focalizzata sul rapporto tra la questione settentrionale e questione meridionale».

Radicale diversità socio-culturale - Tuttavia, osserva la Padania, «nella realtà delle cose, paradossalmente, fu proprio l'Unità a creare la frattura territoriale Nord-Sud, cioè a disvelare una radicale diversità culturale e sociale, economica e produttiva, davvero inconciliabile, che divenne sorgente di divisione, non già di unione».

«Atto contro natura» - La nascita dello Stato italiano «fu un atto contro natura, contro la storia ed è perciò che, osservato dal nostro presente, appare ormai come un relitto storico da superare e da rifondare attraverso il federalismo, ordine politico indubbiamente più adatto e anche più funzionale all'anima vera e profonda del Paese».

«Il Risorgimento e l'unificazione - scrive La Padania - costituiscono delle vicende storiche senza dubbio rilevanti che tuttavia si configurano come una deriva, uno slittamento, una nota stonata, un'anomalia rispetto alla traiettoria della storia che osservata nella lunga durata ci parla di un'essenza pluralista delle nazioni e dei popoli della penisola».