20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
«Extra Pdl, nulla salus»

Per il Partito del Sud la scomunica di Berlusconi

«Maggioranza coesa. Diaspora inaccettabile, va contro mio sogno»

L'AQUILA - Non è un santo, per sua stessa ammissione. Ma quella che Silvio Berlusconi infligge dall'Abruzzo al progetto di Partito del Sud è una vera e propria scomunica, che va a pescare nelle reminescenze degli anni 'salesiani': «Extra ecclesiam, nulla salus...e questo - dice - vale per la Chiesa ma anche per il Popolo delle libertà».

Il presidente del Consiglio torna all'Aquila per la diciottesima volta dal sisma del 6 aprile. Un pomeriggio rovente, per mettere due bandiere sulle prime case in costruzione, intermezzo tra una mattinata trascorsa a palazzo Grazioli con i 'lealisti' siciliani e prima di incontrare a cena il capo della dissidenza pidiellina dell'Isola, Gianfranco Micciché.
Nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito che ha ospitato il G8, il premier annuncia che dal 1 al 10 agosto sarà effettuato un censimento delle famiglie senza casa e che entro la fine del mese gli alloggi saranno assegnati: «Entro il 30 novembre - torna a promettere - 30mila persone avranno un tetto sulla testa».

Ma è la questione Mezzogiorno a dominare. Berlusconi anticipa alcuni punti del famoso Piano per il Sud: «facilitazioni fiscali», la creazione di «un ente che faccia della questione meridionale una questione nazionale» (qualcosa di simile alla cassa del Mezzogiorno) e una «Banca del Sud». Poi, ci tiene a dare rassicurazioni sulla tenuta del suo governo. «Nella maggioranza - sottolinea - c'è assoluta concordia, sull'Afghanistan come sulla sicurezza, non c'è nessuna divisione, non ho mai avuto il piacere di guidare una maggioranza così coesa».

Una maggioranza che ora ha una priorità: il Sud e soprattutto la mina Sicilia. A favore della quale oggi il Cipe sbloccherà 4 miliardi. Favoritismi rispetto alle altre Regioni del Sud che infatti protestano? Il premier lo nega e spiega che l'assegnazione dei 27 miliardi di fondi Fas a disposizione delle regioni meridionali sono subordinati alla presentazione «di un piano di impiego dei fondi che devono essere spesi non in spese correnti, ma in investimenti».

Insomma, sottolinea, la Sicilia questo piano l'ha presentato, le altre no. Tuttavia è lo stesso premier ad ammettere di sperare che lo sblocco dei fondi per le aree sottoutilizzate, freni i progetti di «diaspora» siciliana. E se questo non bastasse? La sua posizione è inequivocabile: un Partito del Sud sarebbe semplicemente «inaccettabile».

«Non credo - sentenzia il premier - che possa avere successo. E' esattamente il contrario di quello che io ho sempre sognato e che alla fine sono riuscito a realizzare con il Pdl». Insomma, è l'affondo del Cavaliere, «non possiamo vedere con simpatia e accettare qualcosa che invece di aumentare la concentrazione nel Pdl, prenda alcune forze che ora sono dentro e le porti fuori. Sarebbe un controsenso, e quindi è assolutamente impossibile».

Né Micciché & Co. pensino a un futuro apparentamento. «Non lo abbiamo fatto con l'Udc e con la Destra di Storace - avverte Berlusconi - non lo potremmo fare neanche con un partito che tragga origine dalla diaspora del Pdl».