28 marzo 2024
Aggiornato 11:00

Umberto I, Montaguti a Alemanno: commissariamento? Un errore

«Ma l'azienda può farsi da parte nella gestione degli appalti»

ROMA - Commissariare l'Umberto I sarebbe "un errore". Così risponde il direttore generale del policlinico romano, Ubaldo Montaguti, al sindaco della capitale, Gianni Alemanno, che ieri è tornato a chiedere un commissario straordinario per la struttura. "L'Umberto I - ricorda Montaguti ad Apcom - è già stato commissariato per 2 anni, dal 2003 al 2005. Il deficit in quel periodo è raddoppiato, passando da poco meno di 80 milioni a circa 160 milioni di euro. Prima di fare certe affermazioni - sottolinea - ci vuole una riflessione seria e congiunta per vedere quali meccanismi hanno bloccato ogni cosa".

Quello che si potrebbe fare, concede Montaguti, è commissariare i lavori. L'azienda, infatti, ha già portato a termine la gara internazionale per il progetto di ristrutturazione complessiva dell'ospedale e selezionato uno studio. I lavori dovrebbero costare tra i 700 e gli 800 milioni di euro. Il ministero del Welfare e il genio civile, spiegano dalla Regione Lazio, hanno già dato il loro via libera. Semaforo rosso invece dalla sovrintendenza ai Beni culturali. Ma si tratta, sottolineano, di uno stop "d'ufficio", dovuto al valore storico della struttura edilizia dell'Umberto I. Ma, assicurano, non bloccherà i lavori, perché è un parere non vincolante. Quello che manca invece è l'ok della conferenza dei servizi, che dovrebbe riunirsi entro un paio di settimane. Al tavolo parteciperanno il ministero del Welfare (per la Sanità), quello dei Beni culturali e quello delle Infrastrutture, l'università La Sapienza, la Regione Lazio e il Comune di Roma, oltre naturalmente all'azienda ospedaliera.

Un rapido ok della conferenza dei servizi, spiega Montaguti, insieme alla firma di un accordo di programma, permetterebbe all'azienda di lanciare subito le gare di appalto per i lavori. "Vogliamo fare - spiega il direttore dell'Umberto I - un appalto integrato in modo che l'azienda vincitrice possa fare sia l'esecutivo che i lavori stessi. A cavallo tra la fine di quest'anno e l'inizio di quello nuovo potrebbero iniziare i lavori". La prima tranche riguarderà 4 padiglioni, per una spesa complessiva di poco meno di 150 milioni. La Regione ne metterà sul piatto 40, mentre 103 milioni arriveranno dal Governo. Si tratta di fondi stanziati da una finanziaria di oltre dieci anni fa, quella del 1998. E' da allora, infatti, che il progetto di ristrutturazione del policlinico deve partire. E questa, si augura Montaguti, sarà la volta buona.

Una volta avviati i lavori, il problema sarà trovare il resto delle risorse. E così si apre l'ipotesi commissariamento. "Non ho avversione all'ipotesi di un commissario" per i lavori, spiega Montaguti. Purché questo significhi, sottolinea, che il Governo metta la ristrutturazione dell'ospedale tra le grandi opere e ci investa rapidamente le necessarie risorse. "In questo caso - sottolinea - l'azienda potrebbe anche farsi da parte". Purché il commissario "sia perfettamente integrato col direttore generale, perché i lavori devono rispettare il funzionamento quotidiano dell'ospedale, che non si fermerà".

Grazie alla ristrutturazione, prosegue il direttore generale, il policlinico dovrebbe ridurre drasticamente il deficit di gestione. "Noi abbiamo già lavorato - spiega - sul controllo gestione e produzione, sul sistema di valutazione del merito, abbiamo riorganizzato sistema dipartimentale. Ora per incidere sullo zoccolo duro del deficit bisogna modificare radicalmente l'organizzazione dell'ospedale. Abbiamo degenze distribuite su 36 padiglioni e avere strutture piccole sparpagliate in tutto l'ospedale comporta costi gestionali e organizzativi pesantissimi".

Quanto allo stop del ministero della sovrintendenza, "noi - spiega Montaguti - abbiamo chiesto ai progettisti di valorizzare il vecchio col nuovo e ci sono riusciti. Parliamoci chiaro: non verranno mai i turisti giapponesi a vedere gli edifici storici dell'Umberto I. Ci vogliono coraggio, forza d'animo, intelligenza e lungimiranza per individuare il progetto di un ospedale che non venga meno alle proprie tradizione ma che sia allo stesso tempo una struttura moderna".