5 maggio 2024
Aggiornato 17:30

Roma, migliaia in corteo: Pride della rabbia e dell'amarezza

«Battaglie da 30 anni senza ottenere nulla»

ROMA - E' stato il Gay Pride della rabbia e dell'amarezza. Si è concluso in piazza Navona con qualche polemica sul mancato patrocinio del Campidoglio e le difficoltà sollevate dalla Questura, che per due mesi ha negato il percorso, la manifestazione dell'orgoglio omosessuale di Roma. Ma soprattutto con la consapevolezza che «siamo - dice Paola Concia, deputata del Pd - l'unico movimento in Italia che fa battaglie da 30 anni senza avere ancora ottenuto nulla».

E non basteranno neanche i 250mila manifestanti che secondo gli organizzatori sono scesi in piazza. «Sono mortificato», spiega un genitore, «di come vanno le cose in Italia». Sua figlia, spiega, è lesbica ed è scappata in Francia, dove ha ottenuto il Pacs, la reversibilità della pensione e persino un'indennità di 24 mesi per il ricongiungimento della partner.

Anni luce da quello che succede in Italia dove, spiega, «non ti lasciano campare». Ma la comunità Glbt (Gay, lesbiche, bisessuali e transessuali), dice Vladimir Luxuria, non molla: «Lo dico al Papa, a Gheddafi passando per la Carfagna: potete rallentarci ma non ci potete fermare».

Ad aprire il corteo è stato un autobus a due piani avvolto nella una bandiera Arcobaleno, su cui campeggiava lo slogan «Liberi tutti libere tutte» e il logo della Statua della Libertà. «Noi guardiamo all'America di Obama - spiega Luxuria - rispetto a questa Italia grigia e ripiegata su se stessa». Diversi politici hanno preso parte al corteo: il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, che si è presentato a sorpresa, con l'assessore alla Cultura Cecilia D'Elia, ma anche il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, quello del Partito comunista dei lavoratori Marco Ferrando e il leader storico del movimento gay Franco Grillini. Ma a sorpresa anche l'assessore comunale Umberto Croppi è stato ringraziato dal palco dagli organizzatori «per esserci stato vicino, mosca bianca in Campidoglio».

Il corteo è stato molto colorato, tante le trovate spiritose, come quella di un gruppo di ragazzi che si è presentato con una maglietta con la scritta «My name is Noemi», e i costumi appariscenti come quelli da angelo, da Europa, con la corona di stelle, e perfino da Gesù. Conclusa la kermesse, gli organizzatori soddisfatti per un risultato «ottimo, superiore a quello dell'anno scorso», rilanciano annunciando che tra due anni Roma ospiterà il Pride europeo.