19 aprile 2024
Aggiornato 22:00

Burzi su ddl immigrazione

«Un provvedimento pletorico, propagandistico e a tratti incostituzionale»

TORINO - «Si tratta di un intervento di carattere pletorico e dallo smaccato timbro progandistico». Questo il primo commento del presidente del gruppo di Fi-Pdl, Angelo Burzi in merito al ddl sull’immigrazione presentato dalla Giusta Bresso.
«Al di là di una affermazione di principi generali già di per se non condivisibile – continua l’azzurro – in quanto volto ad affermare un generico e indistinto accesso agevolato ai servizi territoriali per tutti gli stranieri indistintamente, compresi anche quelli irregolari; l’articolato del disegno di legge presenta anche degli elementi di dubbia costituzionalità, laddove prevede che i cittadini comunitari possano beneficiare di percorsi più favorevoli rispetto agli extracomunitari».

«Sono anche reali – spiega Burzi – le perplessità circa il conflitto di competenze che potrebbero crearsi con l’approvazione di questa normativa. Da un lato, infatti, il dispositivo normativo prevede che la Regione possa svolgere un’attività di stima dei fabbisogni lavorativi. Forse la Giunta Bresso vuole sostituirsi allo Stato nella previsione dei flussi migratori? Dall’altro lato viene prevista una peculiare promozione dei diritti politici dei cittadini e delle cittadine straniere. Forse un tentativo per regolarizzare il voto agli immigrati?».

«La sinistra piemontese, solidarista e terzomondista, come sempre - afferma Burzi - si accontenta di affermare grandi enunciati, volti esclusivamente a esprimere la propria supposta superiorità morale. Peccato che poi utilizzi questi principi per istituire a latere i soliti nuovi carrozzoni, come la Consulta regionale per l’integrazione, magari promuovendo in essi l’attività delle note associazioni collaterali di comodo al centrosinistra».

«La Giunta Bresso – prosegue Burzi – con questa norma raggiunge un unico obiettivo: quello di discriminare i cittadini italiani che, a causa di tutte le clausole di riserva per gli immigrati irregolari, rischiano di diventare ospiti a casa propria. Non possono essere lette diversamente le facilitazioni circa l’accesso all’abitazione, al lavoro, all’istruzione e al servizio socio-sanitario. Veri e propri elementi di rottura sociale che rischiano di acuire le tensioni all’interno della comunità piemontese».

«Intendiamo però ribadire – conclude Burzi – che pur in presenza di una nostra posizione critica al presente ddl, si debba comunque perseguire ogni intervento utile all’integrazione, nel rispetto della legalità».