24 aprile 2024
Aggiornato 16:30

Lazio; Truffa al Servizio sanitario regionale: 9 arresti

Tangenti e appalti truccati, manette a funzionari e imprenditori

ROMA - Un giro di corruzione e tangenti, documenti falsi, appalti di servizi truccati, ricoveri gonfiati, che hanno pesato sui bilanci del San Giovanni, presidio Sant'Anna, per anni od opere mai realizzate e appalti irregolari per il Sant'Eugenio o il Cto di Roma della Asl Roma C per una truffa ai danni del servizio sanitario regionale del Lazio che coinvolge, funzionari, dirigenti e imprenditori: 9 persone sono state arrestate nella notte dai carabinieri, di cui 4 andranno ai domiciliari, e denunciato tre persone.

I militari del nucleo investigativo di Roma - spiega una nota del comando provinciale - hanno eseguito infatti un`ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Roma, Massimo Battistini, su richiesta dei pm della procura della Repubblica di Roma, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e i sostituti procuratori Giovanni Bombardieri e Maria Cristina Palaia, nei confronti di 9 persone ritenute responsabili dei reati di corruzione per atti contrari ai doveri d`ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa ai danni del Servizio sanitario regionale, favoreggiamento reale.

Tra le 9 persone destinatarie della misura cautelare vi sono dirigenti e funzionari della sanità pubblica, e imprenditori titolari di appalti con la pubblica amministrazione e loro dipendenti. Ancora in corso l`esecuzione di varie perquisizioni anche in uffici pubblici. Cinque degli arrestati saranno portati in carcere e 4 ammessi agli arresti domiciliari. Altre 3 soggetti sono indagati a piede libero.

Le indagini sono state sviluppate dai carabinieri del nucleo investigativo di via in Selci per quasi due anni, e hanno consentito di far luce su «un consolidato sistema di corruttele che ha caratterizzato la gestione degli appalti pubblici presso l`Azienda Ospedaliera San Giovanni - Addolorata di Roma, a seguito dell`operato del direttore amministrativo del Presidio Ospedaliero Sant` Anna, articolazione interna di tale Azienda, e dell`intreccio di relazioni e cointeressenze da questi intrattenute con alcuni imprenditori titolari di società private contraenti con la pubblica amministrazione».

L`attenzione investigativa dei militari sull`ospedale San Giovanni prende le mosse dall`arresto dell`imprenditore Renato Mongillo, eseguito nel luglio 2007, sempre dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, per peculato. Dalle indagini era infatti emerso - spiegano i militari - che l'imprenditore, per aggiudicarsi la gara d`appalto per il servizio di vigilanza privata all`Ospedale San Giovanni aveva pagato una tangente di 200mila euro all`assessore alla sanità regionale degli anni 2004 -2005 Marco Verzaschi e, nel 2003, una tangente di 20mila euro al direttore amministrativo del Presidio Ospedaliero S. Maria.

In seguito, l`inchiesta sull`Ospedale San Giovanni ha fatto luce sulle modalità di gestione dei servizi di mensa e lavanderia della struttura, affidati con appalto alle società 'Innova' e 'Lavanderie industriali Lavin'. E` infatti emerso - sottolineano gli investigatori - come per anni, d`accordo con i rappresentanti e i titolari di queste società e dietro pagamento di tangenti, il direttore amministrativo del Presidio abbia favorito l`utilizzazione di un metodo di conteggio delle degenze ospedaliere del tutto errato per gonfiare sistematicamente - «un aumento considerevole e non rispondente alla realtà» - il numero delle persone che risultavano ammesse a vitto e sottoposte a ricovero. Il tutto con la conseguente lievitazione indebita dei dati relativi all`erogazione dei servizi di mensa e lavanderia e, di conseguenza, degli importi pagati dall`azienda pubblica alle società private che gestivano tali servizi.

Secondo i calcoli di una commissione di indagine interna, nominata nel 2008 per verificare le enormi irregolarità emerse sulla gestione di tali appalti, il sistema di conteggio erroneamente adottato dai responsabili amministrativi dell`ospedale aveva portato l`Azienda pubblica al pagamento di 3,2 milioni di euro in più rispetto a quanto dovuto per il periodo 2003 - 2006.

Le indagini sul conto del direttore amministrativo del Presidio Ospedaliero S. Maria hanno poi evidenziato come questi, per anni, abbia operato «sistematicamente con lo scopo di favorire l`interesse di imprenditori contraenti con l`azienda pubblica da lui rappresentata, in danno dell`interesse di quest`ultima, sia dietro pagamento di tangenti, sia intessendo con tali imprenditori dei rapporti di affari occulti e extraprofessionali».

In particolare, è emersa la sussistenza di un consolidato rapporto di corruttele con i titolari della cooperativa «Team Service», società che fornisce manodopera all`Ospedale San Giovanni e che grazie a tale rapporto è riuscita ad aggiudicarsi indebitamente una di gara di appalto, per l`importo di 2,8 milioni di euro, per il servizio di pulizia degli immobili dell`Istituto zooprofilattico per la Regione Lazio e Toscana.

Ulteriori gravi irregolarità - concludono i carabinieri - sono infine emerse in relazione alla gestione di alcuni appalti della società «Kemihospital» - oggi «Innova» presso l`Ospedale Sant. Eugenio e il Cto della ASL RMC. Le indagini hanno infatti rivelato come nell`anno 2007, a seguito di accordi corruttivi con un funzionario dell`Area Tecnica della ASL RMC, gli esponenti della società in questione abbiano ottenuto degli indebiti vantaggi patrimoniali nel contesto di rapporti contrattuali intrattenuti con tale Azienda pubblica, ottenendo che venissero fatte figurare come realizzate, opere in realtà mai eseguite.