6 maggio 2024
Aggiornato 20:30
Terrorismo internazionale

M'Sahel: Così volevamo colpire a Bologna e Milano

Dall'ordinanza di arresto per i 5 maghrebini

MILANO - «Quando ero in Algeri con Salim della Capitale parlammo del piano jihadista di colpire con esplosivi la metropolitana di Milano e la chiesa a Bologna nella quale è presente il quadro raffigurante il Profeta». E' questo uno dei passaggi cruciali delle dichiarazioni rese da Mohamed M'Sahel agli inquirenti nel marzo del 2006 e che sono tra gli indizi a carico dei 5 maghrebini arrestati dalla magistratura milanese: 4 detenuti in Marocco tra cui lo stesso M'Sahel e Houcine Tarkhani, preso nel centro di identificazione di Caltanisetta.

«Avremmo realizzato l'attentato attraverso un gruppo di massimo 5 persone che avrei reclutato in Italia; costoro avrebbero portato uno zaino esplosivo che avrebbero dovuto azionare all'interno della metropolitana. L'attacco sarebbe dovuto avvenire prima delle elezioni politiche al fine di variare il risultato elettorale come avvenne a Madrid il 11 marzo 2004. Scegliemmo Milano poiché il presidente Berlusconi proveniva da questa città e perché le truppe italiane stanno collaborando con quelle inglesi e americane nella guerra in Iraq - dichiara M'Sahel - Nel medesimo incontro dissi a Salim Ouahrani che conoscevo alcuni tunisini a Bologna il cui nome è Houcine Tarkani noto come al Jendoubi, leader del gruppo dei giovani jihadisti desiderosi di recarsi in Iraq per effettuare operazioni suicide. Mi disse che era importante coinvolgere questo gruppo nel progetto, reclutando il loro leader Houcine Tarkhani e specialmente i membri di questo gruppo desiderosi di condurre operazioni suicide contro i nemici infedeli. Questo era quello che avevo pianificato di portare a compimento una volta rientrato in Italia».