G8, Maroni-Alfano: Clandestini è problema Ue. E Barrot apre
Lotta mondiale a pirateria e black list siti pedopornografici
ROMA - Lotta alla mafia, con il 'modello italiano' di aggressione ai patrimoni mafiosi; contrasto alla pirateria e alla pedopornografia; lotta all'immigrazione clandestina, sono i principali temi affrontati nella prima giornata di lavoro dai ministri dell'Interno e della Giustizia del G8. «L'aggressione ai patrimoni mafiosi - ha osservato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni - è la ricetta vincente italiana» nel contrasto alla criminalità organizzata di cui si è parlato oggi nel corso della sessione del G8. «Siamo molto soddisfatti - ha aggiunto Maroni - che la proposta italiana sia stata accolta con grande positività da tutte le delegazioni».
«Sul contrasto alle organizzazioni - ha spiegato il titolare del Viminale - abbiamo avanzato la richiesta di condividere con tutti i Paesi del G8 l'esperienza italiana di aggressione ai patrimoni mafiosi». L'obiettivo è «arrivare alla definizione di un protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Palermo che consenta a tutti i Paesi che lo vorranno, in particolare ai Paesi del G8, di fare ciò che l'Italia fa e cioè aggredire con efficacia i patrimoni dei mafiosi».
Nel documento finale che sarà approvato domani dai ministri, particolare attenzione sarà dedicata alla necessità di rafforzare la cooperazione tra social network e forze di polizia per prevenire il rischio infiltrazioni di criminali e terroristi. Per arginare il fenomeno della pedofilia, i ministri di Interni e Giustizia hanno convenuto sulla necessità di creare una 'black list' G8 per la lotta ai siti pedopornografici che potrebbe essere gestita da Interpol e che comunque prevede una maggiore collaborazione tra forze dell'ordine e di indagine e gestori di 'piazze telematiche'.
Sul fronte dell'immigrazione sia Maroni che Alfano hanno ribadito che l'Italia è certamente «terra di confine» ma si tratta di «una frontiera non solo italiana ma europea». Insomma, in linea con la politica che ha previsto il ricorso ai 'respingimenti' dei barconi di clandestini, i due esponenti del governo hanno sottolineato la necessità che l'Ue e in particolare la Commissione faccia la propria parte sostenendo i paesi confinanti che si trovano a vivere questo problema. «Da qualche settimana - ha osservato Maroni - funziona un accordo tra Italia e Libia ma lo sforzo bilaterale deve vedere l'intervento dell'Ue per condividerne il peso e le politiche di accoglienza o di identificazione e rimpatrio».
Su questo un'apertura si è registrata proprio da parte del commissario alla sicurezza Jacques Barrot, che nei giorni scorsi aveva duramente criticato i respingimenti ricordando che «il diritto di asilo è inviolabile». Oggi Barrot, pur sottolineando che «è necessario distinguere tra clandestini e richiedenti asilo» ha riconosciuto «che per superare questo problema ci vuole una grande solidarietà europea e, non ne sono ancora tutti convinti». Inoltre, secondo Barrot «il sistema libico per quanto riguarda le richieste di asilo non è adeguato».
La lotta alla pirateria, invece, ha concluso Alfano, «deve essere fatta con una collaborazione mondiale e con la creazione di sedi giurisdizionali idonee». I tecnici sono al lavoro per definire «se creare tribunali ad hoc oppure utilizzare le corti internazionali già esistenti».