2 maggio 2024
Aggiornato 05:30

Roma: condannato a 3 anni croato che travolse 11 pedoni

Le persone aspettavano il bus alla fermata. Pena decisa dal gup

ROMA - E' stato condannato a tre anni di reclusione Bruno Radosavljevic, il nomade croato che la mattina del 5 novembre scorso, al volante della sua Bmw, ha investito e ferito undici persone (tra cui due minorenni) che aspettavano l'autobus alla fermata di via dei Romagnoli, all'altezza di Acilia, a Roma.

Il gup Giovanni De Donato ha sostanzialmente accolto la richiesta dell'accusa anche se ha rubricato il reato di lesioni colpose e non volontarie, come invece aveva prospettato il pm Delia Cardia. Radosavljevic, che ha 26 anni, ed è nato a Torino, che dopo poco meno di tre settimane di carcere era stato mandato ai domiciliari dal tribunale del riesame, oggi ha ottenuto la remissione in libertà e l'applicazione unicamente della misura cautelare dell'obbligo di firma, tre volte a settimana. Il giudice ha inflitto poi una multa di duemila euro e disposto una provvisionale di 15mila euro per le due parte civili costituite. Gli avvocati Andrea Palmiero e Mario Angelelli si sono detti parzialmente soddisfatti della sentenza emessa dal gup De Donato, all'esito del rito abbreviato.

Secondo gli atti del pm Delia Cardia, il nomade, nel «percorrere via dei Romagnoli in direzione di Ostia Antica a forte velocità certamente inadeguata alle caratteristiche della strada e tenuto conto dell'ora e della presenza di traffico e pedoni», ha perso «improvvisamente il controllo del veicolo e invaso la corsia opposta investendo undici persone e finendo la sua corsa contro un palo». Il croato - secondo l'accusa - aveva «accettato il rischio di eventi lesivi», essendosi messo alla guida dopo aver «assunto sostanze alcoliche e stupefacenti». Secondo la difesa, invece, la condotta era da interpretare come colposa. Il giudice è andato incontro a questo tipo di impostazione. Nel capo di imputazione a Radosavljevic era contestata anche la violazione di due articoli del codice della strada «per aver circolato, in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico accertato di 1,85 mg e in stato di alterazione conseguente all'assunzione di cocaina e cannabis». Presente oggi in tribunale il croato, nato a Torino, non ha rilasciato dichiarazioni. «Vive nel campo nomadi dove era diretto quella mattina. Non beve più, lo ha promesso», è stato spiegato.