Anm dice no a PM eletti. Lega: «Polemiche strumentali»
Critica anche l'opposizione. Ghedini: «Interessati ma prudenti»
ROMA - L'Anm dice no all'ipotesi di far eleggere i pm dal popolo, il portavoce dell'associazione magistrati Giuseppe Cascini boccia l'ipotesi rilanciata recentemente da Umberto Bossi affermando che è «molto inopportuno lanciare proposte di radicale modifica dell'assetto costituzionale della magistratura con delle battute, soprattutto se ciò proviene da un ministro della Repubblica». Peraltro, contrari si dicono anche tutti i partiti di opposizione, Pd, Udc e Idv, mentre Niccolò Ghedini si dice «interessato ma prudente» e la Lega replica ai critici parlando di «polemiche strumentali».
La chiusura di Cascini è netta: «Tutto è modificabile - precisa - e il Parlamento ha il potere di intervenire anche sulle norme costituzionali. Ma lo deve fare attraverso il metodo democratico del confronto e della riflessione». In ogni caso, «una disposizione che consenta di esercitare cariche pubbliche in una regione solo a persone nate in quella regione contrasta con tutti i principi fondamentali universalmente riconosciuti e quindi non potrebbe essere realizzato nemmeno con un modifica costituzionale».
Per il Pd parla Lanfranco Tenaglia, responsabile giustizia del partito, secondo il quale «la proposta è stravagante e inaccettabile, l`ennesimo attacco ai principi costituzionali e all`equilibrio dei poteri dalla Costituzione repubblicana». Critici anche l'Idv e l'Udc, che con Michele Vietti definisce «ridicola» la proposta della Lega.
Più possibilisti i penalisti, che però rilanciano sulla separazione delle carriere: «L'elezione dei pubblici ministeri dal popolo non è certo un'idea scandalosa e illiberale visto che
appartiene a paesi di consolidata democrazia», dice il icepresidente dell'Unione Camere Penali Italiane Renato Borzone. «Ma la riforma autentica, alla portata della cultura giuridica italiana, è quella della separazione delle carriere». Cauto anche Ghedini: «E' certamente un'idea interessante, anche se va coltivata con grande prudenza per le peculiarità che ha il nostro Paese e per quanto riguarda la criminalità organizzata, quindi anche per gli assetti costituzionali. Perciò avanti con giudizio».