25 aprile 2024
Aggiornato 20:00

Immigrati: su respingimenti braccio di ferro ONU-Italia

Unhcr: «Governo responsabile di violazioni». Viminale: «Soluzione in UE»

ROMA - Sui respingimenti degli immigrati clandestini dalle coste italiane è scontro tra l'Onu e l'Italia. L'Alto commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (l'Unhcr) ha infatti bocciato la pratica inaugurata nel canale di Sicilia le scorse settimane, con il primo respingimento di clandestini verso la Libia, seguito da altre operazioni del genere, chiedendo che il governo la sospenda. Secca la risposta del Ministero dell'Interno: come previsto dall'accordo con Tripoli i respingimenti andranno avanti, anche se c'è attenzione alle richieste dell'Unhcr.

Il botta-e-risposta è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, dopo l'atteso incontro al Viminale tra il titolare del ministero, Roberto Maroni, e la rappresentante per l'Italia ed il Mediterraneo dell'Alto commissariato dell'Onu, Laurens Jolles. Al centro dei colloqui, naturalmente, i respingimenti dei clandestini e la conseguente impossibilità per gli immigrati di avanzare all'Italia richieste di asilo, come già l'Unhcr aveva fatto notare nei giorni scorsi.

La riunione, riferirà poi l'Unhcr, è stata «caratterizzata da uno spirito costruttivo», ma alla fine le parti non si sono mosse dalle proprie posizioni. L'Alto commissariato ha infatti chiesto la «sospensione» dei respingimenti, ribadendo che «la nuova politica inaugurata dal governo si pone in contrasto con il principio del non respingimento sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, che trova applicazione anche in acque internazionali: questo fondamentale principio, che non conosce limitazione geografica, è contenuto anche nella normativa europea e nell`ordinamento giuridico italiano».

Per questo l'Unhcr ha reiterato la richiesta al governo italiano affinché riammetta i clandestini respinti sul proprio territorio, sottolineando che, dal punto di vista del diritto internazionale, «l'Italia è responsabile per le conseguenze del respingimento» ed in merito alla possibilità di vagliare in Libia le domande di asilo, l'Alto commissariato ha sottolineato che «non vi sono al momento le condizioni necessarie per svolgere tale attività».

Ferma la replica del Viminale: «Maroni si è detto molto attento alle questioni poste dall'Unhcr, che, a suo avviso, però, devono trovare una soluzione in sede europea e ha confermato che i respingimenti andranno avanti, così come previsto dall'accordo tra Italia e Libia», ha spiegato il Ministero, informando che Maroni ha proposto «la creazione di un tavolo tecnico tra Unione europea, Libia, Italia e Unhcr per approfondire i temi sollevati dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite».