18 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Immigrati

Unhcr: «Aperti a proposte, ma siano realistiche»

Boldrini: «In Libia ci sono degli oggettivi limiti»

ROMA - La proposta del governo italiano di creare una struttura in Libia per esaminare le domande dei richiedenti asilo in Italia, anche con la collaborazione dell'Alto commissariato Onu ai rifugiati, «va capita nei dettagli» ma deve tenere conto della realtà dei fatti; lo dice Laura Boldrini, portavoce in Italia dell'Unhcr. «Questa proposta va portata all'attenzione dell'Alto commissario» osserva Boldrini, e venerdì sarà discussa dal ministro Roberto Maroni con il responsabile in Italia dell'organismo Onu, Laurens Jolles. «Ma qualunque proposta» osserva Boldrini «deve sempre contemplare la possibilità dei richiedenti asilo di accedere in Europa e fare domanda».

«In questo momento in Libia» ricorda la portavoce «ci sono dei problemi oggettivi rispetto alla gestione della materia d'asilo, poichè manca un sistema d'asilo e lo stato libico non ha firmato la convenzione di Ginevra». L'Unhcr è presente in Libia ma «al momento non ha una rappresentanza bensì un ufficio di collegamento, ed ha dei limiti nell'accesso ai centri di detenzione e ai richiedenti asilo». Qualsiasi proposta dunque dovrà «tener presente lo status quo che presenta degli oggettivi limiti».

Il ministro Maroni ha dichiarato che venerdì incontrerà Jolles, «perchè teniamo in conto le loro obiezioni, ma non possiamo accettare la loro proposta, cioè di accogliere tutti e poi valutare». «La nostra proposta - ha spiegato il ministro - è creare una struttura in Libia per valutare là se qualcuno ha i requisiti per lo status».

In Italia a quanto riferisce l'Unhcr, il 75% di chi arriva via mare fa richiesta d'asilo e al 50% di costoro lo Stato italiano riconosce una qualche forma di protezione. Diversa ad esempio la situazione in Spagna dove la percentuale di chi richiede asilo fra gli immigranti che arrivano dal mare «è bassina», spiega Boldrini; «sono per lo più emigranti economici».