20 aprile 2024
Aggiornato 15:30

Sulla sicurezza la spunta Fini: via presidi-spia. Governo porrà fiducia

Maroni: «Prevale il diritto allo studio». Domani Cdm ad hoc

ROMA - Alla fine la spunta Gianfranco Fini: la discussa norma sui «presidi-spia» viene cancellata dal ddl sicurezza, dopo che il presidente della Camera aveva reso nota una lettera inviata al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in cui si avvertiva del rischio di incostituzionalità di un provvedimento in contrasto con l'obbligatorietà scolastica prevista dalla nostra Carta. La decisione è stata presa durante un vertice di maggioranza nella sede del gruppo del Pdl alla Camera, poco prima che l'Aula iniziasse i suoi lavori (subito sospesi). Oggi, sul provvedimento verrà apposta la questione di fiducia: alle 9.30, a Palazzo Chigi, è stato convocato un Consiglio dei ministri ad hoc.

PRESIDI SPIAA - Dunque, sulla norma dei 'presidi-spia' vince la linea del presidente di Montecitorio. I suoi rilievi, spiega Maroni al termine del vertice (presenti i capigruppo di Camera e Senato e i ministri La Russa, Alfano, Vito e Calderoli), sono stati giudicati «fondati» dal Viminale e hanno portato alla riscrittura della norma, per cui il genitore extracomunitario non è più tenuto a presentare il permesso di soggiorno nel momento dell'iscrizione del figlio alla scuola dell'obbligo. «Prevale per i minori il diritto a partecipare alle lezioni scolastiche», spiega Maroni. Il preside, insomma, non è tenuto a pretendere la presentazione del permesso di soggiorno: «Quindi non sa se ha di fronte dei clandestini, non può fare la spia», gli fa eco La Russa. Al conclave di maggioranza si è anche deciso di reintrodurre le norme anti-racket che chiudono le porte degli appalti pubblici alle imprese che non denuncino gli estorsori. Con una piccola modifica: si prevede l'esclusione della punibilità per stato di necessità.

LAVORI PARLAMENTARI - Ieri l'Aula della Camera ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità dell'opposizione e avrebbe dovuto iniziare a discutere sugli emendamenti, ma la seduta è stata chiusa e rinviata a domani dal presidente Fini, dopo la richiesta del presidente della commissione Affari Costituzionali, Donato Bruno, di sospendere l'assemblea per consentire al comitato dei 18 di esprimere il proprio parere su tutti gli emendamenti presentati. Bruno aveva chiesto che l'aula continuasse a lavorare sugli altri punti all'ordine del giorno, ma il Pd e l'Idv, favorevoli alla sospensione, si sono detti contrari all'inversione dell'ordine del giorno.

FIDUCIA - In mattinata, dunque, l'Aula riprenderà l'esame. Quasi in contemporanea con il Cdm che si riunirà alle 9.30: unico punto all'ordine del giorno, la fiducia sul provvedimento. Il governo sceglie quindi la strada della blindatura e cerca di evitare le imboscate, come già accaduto col decreto sicurezza sui tempi di permanenza nei Cie. Ciò nonostante Maroni assicurasse, al termine del vertice, che «non ci sono mai stati timori» sui voti segreti. «C'è piena condivisione sul testo, su tutti gli articoli», ha spiegato Maroni. «Oggi c'è stato un utile chiarimento. Sono soddisfatto, ho trovato unità totale su tutti i punti. Ora dobbiamo approvare il ddl rapidamente perché deve tornare al Senato».