28 marzo 2024
Aggiornato 13:00

Omicidio Ambrosio, fermati il giardiniere e due complici

Tre romeni identificati grazie a impronte e telefonate cellulare

NAPOLI - Una villa lussuosa a picco sul mare, tanti soldi, un duplice efferato omicidio e un assassino tra il personale di servizio. Sembrano gli ingredienti di un libro giallo di Agatha Christie eppure è la triste e reale vicenda del 're del grano' Francesco Ambrosio e della moglie, massacrati nella loro villa di Posillipo a Napoli. Secondo quanto accertato dagli investigatori, a uccidere la coppia sarebbe stato un ex giardiniere di nazionalità romena, insieme a due complici. Il presunto killer è un giovane di 22 anni che aveva prestato servizio nella villa in Discesa Gajola fino a un anno e mezzo fa, e forse è stato allettato dall'opulenza e gli agi che regnavano nella tenuta degli Ambrosio. E' anche probabile che i tre romeni siano stati spinti a tentare il colpo dalla quasi certezza che la casa a picco sul mare fosse disabitata poiché in ristrutturazione.

I tre giovani hanno bivaccato su una spiaggia vicino alla villa sin dal giorno di Pasquetta, mangiando, bevendo e ubriacandosi, facendo anche razzia anche delle provviste nascoste in una dependance adiacente la casa. Secondo quanto ricostruito i tre sono giunti sul luogo del delitto a bordo di un treno della Cumana e poi, a piedi, hanno raggiunto il boschetto vicino al mare. Nella notte tra martedì e mercoledì scorsi hanno deciso di irrompere nell'abitazione per rubare, ma si sono trovati dinanzi i due proprietari, che poi sono stati massacrati con colpi violenti alla testa. L'arma, con molta probabilità, è una chiave a enne ossia un girabacchino tagliante, che si usa per svitare bulloni. La chiave, però, ancora non è stata ritrovata.

A incastrare Marius Vasile Acsiniei, 22 anni, Valentin Dumitriu, 22enne e Calina Petrica, 24 anni, sono state le impronte lasciate in più parti della casa, messe anche in evidenza dal ciano acrilato utilizzato dalla polizia scientifica che rende visibili e identificabili i segni di riconoscimento lasciati su elettrodomestici e mobili. Fondamentale, inoltre, per risalire all'identità dei tre sono state delle telefonate effettuate con il cellulare sottratto a Francesco Ambrosio fatte con una scheda di proprietà di Acsiniei. Il giovane ha infatti telefonato alla madre in Romania, raccontandole di aver ucciso due persone e di aver paura. Telefonata che è stata decisiva per le indagini, perchè attraverso l'analisi del traffico telefonico gli investigatori hanno individuato l'ex giardiniere. L'operaio è stato rintracciato in strada questa mattina a Licola, zona balneare alle porte di Napoli. È stato proprio lui, dopo essere stato condotto in Questura, a rivelare l'identità dei suoi complici per i quali è stato disposto un fermo dopo ore di verifiche.

Le accuse per i tre sono omicidio aggravato e rapina aggravata anche se il procuratore capo di Napoli Giandomenico Lepore, in conferenza stampa, ha spiegato che le indagini continuano non escludendo la possibilità di effettuare l'esame del Dna. «Non mi sono neanche reso conto di ciò che ho fatto» avrebbe detto l'ex giardiniere una volta giunto negli uffici di via Medina insieme ai suoi avvocati. L'uomo è stato poi condotto al carcere di Poggioreale dopo che una piccola folla di napoletani ha inveito contro di lui e contro i suoi due complici.

Parte della refurtiva, di valore economico minore di quanto preventivato, è stata recuperata: due sveglie, due soprammobili, alcuni orologi, un cellulare e due sim card. Del denaro e dei portafogli sottratti alle vittime, invece, ancora nessuna traccia.