25 aprile 2024
Aggiornato 02:30

Immigrati, Consiglio d'Europa: Italia faccia di più contro razzismo

Per Hammarberg progressi insufficienti, soprattutto su ROM

BRUXELLES - A meno di un anno dalla pubblicazione del suo primo rapporto, il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, torna all'attacco dell'Italia, chiedendo più sforzi per sradicare razzismo e xenofobia. «Anche se sono stati fatti degli sforzi, rimangono serie preoccupazioni sulla situazione dei rom, sulle misure e sulle pratiche riguardanti le migrazioni e sul non rispetto delle misure temporanee vincolanti chieste dalla Corte europea dei diritti dell'uomo», scrive Hammarberg nel rapporto, redatto sulla base di una visita fatta a gennaio. Nel luglio scorso, Hammarberg si era espresso con durezza sulla politica italiana sull'immigrazione, giudicandola guidata solo dalle preoccupazioni legate alla sicurezza e definendo «largamente assente» la «valorizzazione dei diritti fondamentali e dei principi umanitari».

Rispondendo al rapporto, il governo ha sottolineato di aver preso le misure necessarie per incrementare la propria politica antidiscriminatoria e antirazzista, attraverso la creazione di un organismo apposito, l'Unar, per iniziativa del ministero delle Pari opportunità, stanziando centinaia di milioni di euro per migliorare lo stato dei campi Rom e sfruttando i fondi europei per avviare una politica di integrazione delle popolazioni nomadi e di educazione dei bambini. Progressi che Hammarberg ha riconosciuto, accogliendo con favore l'adozione dei programmi di educazione interculturale, la decisione dei ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa sull'azione contro il traffico di esseri umani e lo sviluppo di un programma nazionale sui minori stranieri non accompagnati.

Tuttavia l'elenco delle note dolenti, secondo il commissario svedese, è lungo. A partire dalla questione dei rom, contro cui c'è un «persistente clima di intolleranza», aggravato da «condizioni di vita ancora inaccettabili in molti dei campi visitati». Esempi più felici esistono a livello locale e, a detta del Consiglio d'Europa, dovrebbero essere più diffusi. Ferma restando la perplessità nei confronti dei censimenti nei campi rom e sinti e della loro «compatibilità con gli standards europei che regolano la raccolta e il trattamento dei dati personali». Per Hammarberg occorre che i vari gruppi etnici siano più rappresentati all'interno delle forze di polizia e che vengano creati meccanismi consultivi a tutti i livelli con i rom e i sinti, cercando di offrire alternative abitative e fornendo soluzioni appropriate per l'istruzione dei bambini.

Hammarberg spera inoltre che «il nuovo piano d'azione per il welfare e le misure d'integrazione venga presto applicato e che le autorità realizzino prontamente il loro annuncio di ratificare senza riserve la Convenzione del consiglio d'Europa sulla nazionalità, che porterebbe soprattutto benefici ai bambini rom che di fatto non hanno alcuno statuto». Per l'istituzione di Strasburgo è inoltre «profondamente ingiusto» consentire al personale medico di denunciare alla polizia gli immigrati irregolari, col rischio di «marginalizzare ulteriormente gli immigrati». Così come introdurre il reato di criminalità per l'immigrazione clandestina «è una misura sproporzionata, che rischia di fomentare ulteriori tendenze discriminatorie e xenofobe nel paese».

In sostanza, secondo il rapporto di Hammarberg, «le autorità dovrebbero condannare in modo più fermo tutte le manifestazioni di razzismo o di intolleranza e assicurare una applicazione efficace delle legislazioni contro le discriminazioni». Un'accusa, questa, che il governo respinge, sostenendo che nel combattere l'immigrazione irregolare l'Italia intende proteggere e valorizzare chi si è guadagnato il diritto di vivere e lavorare nel nostro paese. Il Consiglio d'Europa non è un'istituzione dell'Unione europea e unisce 47 paesi con l'obiettivo di promuovere la difesa dei diritti dell'uomo.