19 aprile 2024
Aggiornato 14:00

Bari: mediatrice culturale contagiata da tubercolosi

Collabora con prefettura, profilassi dopo morte prostituta Nigeria

ROMA - Una mediatrice culturale, collaboratrice esterna della prefettura di Bari per i Cara, è risultata affetta da tubercolosi: il caso è scaturito da una serie di analisi di profilassi condotte in seguito alla morte di una prostituta nigeriana di 24 anni, ritrovata cadavere per strada, la cui autopsia ha poi rivelato che fosse malata di tubercolosi cavernosa.

Le condizioni della mediatrice non destano preoccupazione, sembra infatti che la malattia non abbia raggiunto un elevato grado di pericolosità ed è già stata sottoposta a terapia. Lo scorso 9 marzo una prostituta nigeriana di 24 anni è stata ritrovata cadavere a Torre a Mare, sul lungomare di Bari. Inspiegabili in un primo momento la dinamica e le cause della morte, il pm ha disposto così l'autopsia: la ragazza era affetta da tubercolosi cavernosa, in stato avanzato. Una delle forme più pericolose, ma contagiosa comunque solo in caso di assiduo contatto con chi ne è affetto.

Le indagini - spiegano dalla questura - rivelano che la ragazza era arrivata a novembre dell'anno scorso al Cara di Bari da Lampedusa. Nel centro era rimasta solo un giorno. Poi aveva iniziato a prostituirsi nella stessa zona dove è stata ritrovata cadavere. E abitava lì vicino insieme ad altri nigeriani. Alla luce del referto è stato subito emanato dal Cto un avviso dove si chiedeva che tutte le persone che avevano avuto a che fare con la ragazza, si sottoponessero a controllo, per eventualmente avviare tempestivamente le cure.

Il giorno dopo il ritrovamento del cadavere, il 10 marzo, parte la profilassi di verifica anti tbc sia al Cie che al Cara, sia per gli ospiti, che per gli addetti dei centri, collaboratori, e anche 118 e forze dell'ordine in contato con i centri. Non solo la profilassi è partita anche per le volanti e gli agenti della questura di Bari che avevano ritrovato il cadavere della prostituta. Alla fine dei controlli, l'unica persona risultata affetta è la mediatrice culturale.